Personalità Ossessiva (DOCKER)
Il Docker è una persona sofferente di D.O.C. (Disturbo Ossessivo Compulsivo).
Il Docker è colui che ha una sintomatologia ossessiva. Vale a dire che di fronte a certe situazioni difficili di cui è sensibile, reagisce in modalità ossessiva.
La modalità ossessiva è una reazione composta da pensiero fisso e immagini intrusive dell’ evento temuto. Paura di perdere il controllo, attenzione focalizzata all’ evitamento della sciagura e difficoltà ad allontanare il pensiero.
Il docker mette in atto sforzi elevati per evitare l’evento che teme.
Ha sensazioni di impotenza di fronte a situazioni di cui sa che non può perdere il controllo.
Il Docker è come un naufrago in un mare in tempesta. Una sensazione di essere su una nave senza controllo, senza mezzi efficaci per controllare il suo naviglio completamente sballottato dagli eventi.
Prova tutte le possibilità e tutti tentativi più o meno efficaci, tesi al recupero di un certo controllo della situazione.
Il Docker è quella persona che si percepisce su una nave, prossima al naufragio in un mare in tempesta e senza mezzi efficaci di controllo. Una barca completamente in balia del mare, che sa che non può mollare e lasciarsi andare perché spaventato delle conseguenze.
La conclusione del naufragio gli è visibile attraverso la sua televisione mentale, che mostra le immagini più orribili di ciò che potrebbe accadere se perde il controllo.
Immagini e pensieri che si ficcano nella coscienza che sembrano dire:
“Ecco quello che ti accade se perdi il controllo!!”
Ogni Docker ha il suo nervo scoperto:
-Paura di perdere il controllo e far male a familiari o a se stessi.
-Paura di essere un omosessuale ed avere un contegno gay.
-Timore di essere un pedofilo e infastidire ragazzini.
-Timore delle immagini ossessive di tipo sessuale, con molestie a persone sbagliate o proibite.
-Timori per le immagini, pensieri, idee fisse e intrusive di tipo sacrileghe o blasfeme.
-Timore di accettare di manovrare roba disgustosa e contaminata.
-Timore di aderire al disordine e azioni imprecise.
-Timore di acconsentire ad un rapporto affettivo imperfetto, senza amore, senza attrazione e senza controllo.
Possono cadere nella situazione di Docker tutti i soggetti che in un particolare momento della loro vita percepiscono una grave minaccia interna della loro psiche.
Percezione di uno stato di pericolo che fa sembrare di essere senza controllo, in balia di emozioni in tempesta, proprio quando abbiamo più bisogno di avere il controllo.
Una situazione Docker è una condizione in cui si reagisce con risposte automatiche, pensieri e immagini intrusive, senza controllo, incapacità di raziocinio e limitata possibilità di intervento volontario.
Come si può uscire da queste situazioni di docker e ad avere maggiore controllo della propria vita?
Come può recuperare il controllo il timoniere della nave sballottata dalle onde?
Aspettando la fine della tempesta? No.Purtroppo questo è fuori dal suo controllo.
Bisogna fare come un pilota di Formula 1, come i piloti di aerei supersonici in grado di avere il controllo di mezzi che sfrecciano a velocità elevatissime, che padroneggiano manovre sconosciute a soggetti normali.
Queste persone hanno imparato ad avere il controllo sulle forti emozioni, non si lasciano più spaventare se si trovano a rendersi conto della situazione che vivono.
Non pensano: “Oddio , sto andando a 300 km. l’ ora!”.
“Oddio, sto volando da solo a 10.000 metri su un Jet supersonico!”
La loro televisione mentale non sta facendo immaginare le peggiori conseguenze di un possibile incidente. Non pensano ad uno schianto del loro mezzo e ai corpi maciullati.
Anzi, loro pensano ad altro, sono pieni di adrenalina e si stanno divertendo.
Non pensano che sono senza controllo, anzi sono coscienti di avere il completo dominio del loro mezzo.
Se poco poco lasciano spazio a pensieri delle possibili conseguenze in caso di incidente e diventano vittime della paura, dell’emotività che fa perdere il controllo, sanno come scacciare certi pensieri, senza dare loro importanza.
Ok.,Ok., ma come fare se sono in piena tempesta?
Come farebbe un pilota alla guida di un auto, o di un aereo di cui ha perso il controllo?
In certe situazioni siamo alle prese con automatismi, ossia prove, test e verifiche che non si è in emergenza e che si ha ancora controllo.
Le verifiche servono a verificare la mancanza o la presenza di ansia.
Come si esce da questa situazione di docker?
Elenchiamo i rimedi:
-Far diminuire la gravità della minaccia.
-Accettare di avere certi pensieri nella mente. Non bisogna stupirsene, vergognarsi, preoccuparsi o averne paura. Tutti li hanno. Non dobbiamo sentirci colpevoli della loro presenza.
Risposta: Sì, può essere anche una cosa che hanno altri, ma io certi pensieri non li voglio nemmeno per un secondo. Non li accetto perché mi inquietano. Non fanno parte di me.
Sono sereno se questi pensieri non mi passano in mente.
Una fonte di sicurezza è la fiducia che certi pensieri non ci riguardano.
Se non diamo loro importanza non si creano dei dubbi.
Se nonostante tutto si è caduti nel tranello delle credenze ossessive e divenuti docker, si può ri-acquistare sicurezza attraverso esercizi immaginativi.
Uno dei sistemi efficaci è quello di creare immagini di persone importanti del nostro passato, crearli positivamente nei nostri confronti. Con opinione favorevole, fiducia e accettazione.
Benestare alla nostra crescita, il permesso al distacco e approvazione all’ autonomia.
-Con specifici esercizi immaginativi si ottiene pulizia dai sensi di colpa, vergogna e sensazione di non meritare affetto e fiducia.
-Si ottiene accettazione della mancanza di perfezione, ammissione della paura di sbagliare, consenso alla scarsità di perfezione in noi stessi.
Davide dice
Buongiorno Dottore,
ho letto i suoi articoli con molto interesse e la ringrazio per l’aiuto che sta dando alle persone che soffrono di doc. La mia scoperta di averlo è stata molto recente, e devo dire che inizialmente mi ha dato anche gioia: riuscire a capire cosi si ha, dare un nome e un cognome a questo brutto malessere è gia un passo avanti verso la guarigione dal mio punto di vista. Dopo anni di sofferenza, intervallati ad anni belli, dopo l’ennesima ricaduta ho deciso di affrontare il mio problema, documentarmi e rivolgermi ad uno psicoterapeuta, dal quale due giorni fa ho fatto la mia prima seduta. Ho 33 anni e ho tutta la vita davanti, vita che voglio godermi appieno e con gioia. Concordo con lei sul fatto che un doc si generalizza, e va a metterci alla prova solo ed esclusivamente sulle cose alle quali teniamo davvero(se di una cosa non ci importa, neanche ci sfiora il problema). Ma sempre di doc si tratta, che sia aggressivo, da relazione o sessuale la “bestia” da affrontare è sempre la solita. Il doc. Quello del quale ho più bisogno in questo momento è la speranza, la speranza di stare bene una volta per tutte e definitivamente, di godermi la vita con la mia ragazza, di farmi una famiglia e stare bene per davvero. E la speranza, leggendo i suoi articoli, un pò mi e tornata. E anche la voglia di non mollare.
La ringrazio.
Dott. Mario Di Nunzio dice
Buona sera Davide, grazie per avere scritto e scusa il ritardo della risposta. Grazie per l’ apprezzamento ai miei articoli.
Condivido quello che dici, della tua voglia di uscire dal problema, di documentarti e di avere iniziato un percorso terapeutico.
Come illustrato nell’ articolo: ‘Perchè mi ammalo di ossessioni’ il Doc ci mette alla prova anche per avvisarci delle nostre insicurezze, distacco
e capacità di adattamento alla vita adulta.
Apprezzo la tua voglia e speranza di stare bene e vivere una vita serena con la tua famiglia futura.
Fammi sapere come va. Un cordiale saluto.
Dott. M. Di Nunzio
Matteo dice
Gran bell’ articolo dottore
Dott. Mario Di Nunzio dice
Grazie Matteo.