Recensione del Dott. Di Nunzio Mario
Per costruire il vostro Successo (di Norman Vincent Peale)
Molti non riescono nella vita unicamente per mancanza di fiducia in se stessi. Questi suggerimenti, frutto di una lunga esperienza, potranno aiutarvi a mettere in luce il meglio di voi.
Dopo aver ascoltato per 30 anni le confessioni di persone afflitte da guai di ogni sorta, credo di conoscere bene tutti, o quasi tutti, i problemi che angustiano l’ uomo su questa terra. Uno, però, è talmente comune che lo considero la malattia fondamentale dell’ uomo. E’ il problema della persona che non realizza appieno le proprie capacità e che è perfettamente cosciente; che è profondamente infelice, ma che sembra del tutto incapace di fare qualcosa per rimediarvi.
Di solito al giudizio di chi, come me ha scelto il ruolo di dare consigli,le difficoltà della persona che gli siede di fronte non sembrano mai così insormontabili: ma chi vi è direttamente coinvolto è invece sicuro di non potervi far fronte. Per quanto sembri dotato di un’ intelligenza normale, di un’ istruzione adeguata e di tutti quei requisiti necessari per condurre un’ esistenza felice, è del tutto incapace di profittarne. La sua vita è come annebbiata, sfocata, priva di energia, senza scopo.
In tipi del genere ricorrono sempre tre caratteristiche deleterie: inerzia, mancanza di volontà, sfiducia in se stessi. Una volta, mentre passeggiavo in un parco (ricordo era una giornata d’ autunno, e speravo di trovare qualche spunto per un consiglio), mi imbattei in un giovane che rastrellava le foglie morte in un prato. Lo conoscevo di vista e gli chiesi come se la passasse. Si strinse alle spalle. “Come vede, ho fatto ben poca strada” rispose.
“Dov’è che vorresti arrivare?”
Mi guardò scuro in volto. Poi disse: ”Magari lo sapessi !”
“Ma che cosa sai fare meglio? “
Scosse la testa : “Credo proprio di non essere bravo a far niente.”
“ E allora, cos’è che ti dà più soddisfazione?”
Aggrottò la fronte. “Niente in particolare.”
“Senti” gli dissi “ ti ho fatto tre domande fra le più importanti che si possano rivolgere a una persona e tu mi hai dato tre risposte che non dicono niente. Stasera, quando tornerai a casa , siediti al tavolo, armato di carta e matita, e non alzarti finchè non avrai risposte alle mie domande. Troviamoci di nuovo qui, domani , alla stessa ora. Riprenderemo il discorso che abbiamo lasciato in sospeso.”
Sembrava esitare, ma alla fine accettò. Quando c’incontrammo, il giorno dopo, mi disse che gli sarebbe piaciuto svolgere un’ attività manuale, ma non troppo impegnativa intellettualmente; che credeve di essere abbastanza tagliato per la meccanica; e che nella vita sentiva soprattutto il bisogno di avere uno scopo, una via da seguire. Poco tempo dopo trovò un lavoro in fabbrica di materiale edilizio. E’ diventato presidente dell’ impresa per cui lavora? No, ma oggi è caporeparto e la sua vita è felice e operosa. Aveva solo bisogno di una spinta per smettere di condurre un’ esistenza sbiadita.
Nel corso della mia vita ho conosciuto tante persone con problemi simili a quelli sofferto da questo ragazzo, e ho finito con lo stabilire una serie di norme per aiutare tutti coloro che, giovani o vecchi, sentono il bisogno di mettere in luce il meglio di sè. Queste norme, in tutto, si riducono a otto, ma che costituiscono un metodo di autodisciplina alquanto difficile. Tuttavia, quelli che si sforzeranno di metterle in pratica, diventeranno più felici, più volitivi e più capaci.
1. Stabilire in modo specifico la meta cui si vuole arrivare.
Non basta dire “Voglio essere felice” o “Voglio far soldi” o “ Voglio essere una persona migliore”. Si deve stabilire con esattezza ciò che si vuole e quando lo si vuole. Bisogna dirsi “ Voglio diventare infermiera diplomata entro tre anni” oppure diventare direttore commerciale di questa ditta, direttore di quel giornale, addetto agli acquisti di quel grande magazzino, in quattro, cinque o sei anni.
Un sistema pratico è quello di scrivere su un foglio di carta l’ obiettivo che ci si è prefissi e la data entro cui si intende raggiungerlo; sistemare il foglio vicino al letto e leggerlo ad alta voce ogni mattina, appena svegli. L’indeterminatezza è il segno inconfondibile di una mente che non sa mettere a fuoco i propri pensieri. Vale la pena di sbarazzarsene presto.
2. Servirsi dell’ immaginazione per potenziare la volontà di riuscire.
E’ inutile proporsi uno scopo se poi non si ha la ferma volontà di raggiungerlo. I sogni ad occhi aperti e i pii desideri non bastano; bisogna aver dentro di sé un desiderio fortissimo e ardente. Nessuno però, dall’ esterno, può suscitarlo : bisogna crearlo e alimentarlo da soli con la costante , vivida immagine dei benefici che si trarranno dall’aver raggiunto il traguardo. Chiedetelo pure a chiunque sia riuscito a eccellere in un qualsiasi campo. Vi dirà che la chiarezza di propositi e l’ intensità del desiderio di riuscire sono gli ingredienti principali della formula magica per il successo. Se non vi preme veramente di arrivare, non arriverete mai dove vi siete proposti.
3. Essere disposti a pagare il prezzo di ciò che si vuole ottenere.
Se lo scopo che si intende raggiungere è alto,bisogna esser disposti a pagare un prezzo altrettanto alto. Lavorare sodo,correre rischi, far sacrifici, subire sconfitte son tutte cose da mettere nel conto. Non sarà possibile concedersi il lusso della pigrizia o il piacere di distrazioni frequenti. Quando ci si propone uno scopo, gioverà ricordare che se non si è disposti a pagare un certo prezzo per conseguirlo, sarà tutta fatica sprecata.
4. Trasmettere al proprio inconscio gli impulsi giusti.
Questo è di vitale importanza. L’ inconscio è una grande dinamo, ma è anche un computer che deve essere debitamente programmato. Se all’ inconscio arrivano di continuo paure, ansie, previsioni pessimistiche è difficile che esso risponda con qualcosa di costruttivo. Ma se a livello del pensiero cosciente sarà sempre mantenuto un obiettivo chiaro e distinto , è certo che prima o poi l’inconscio lo accetterà e comincerà a fornire al pensiero cosciente progetti, idee, intuizioni e tutta l’ energia necessaria per conseguirlo.
5. Essere disposti ad accettare la sconfitta, ma solo temporaneamente.
Un tale che ha compiuto uno studio approfondito su alcune personalità che sono riuscite a eccellere in vari campi mi ha detto di aver notato che costoro avevano una sola qualità comune: la tenacia. Si riprendevano e tornavano a lottare anche quando una lunga serie di avversità avrebbe indotto la maggior parte degli altri a darsi per vinti.
Non molto tempo fa ho rievocato in un convegno la storia di queste persone. Nel ’31 gli affari gli andarono male e fallì. Nel ’32 cercò di essere eletto a una carica pubblica e venne sconfitto. Subì un nuovo rovescio finanziario nel ’34. Nel ’41 ebbe un esaurimento nervoso. Sperò invano che il suo partito lo nominasse candidato per l’ assemblea legislativa nel ’43. Nel ’55 si presentò alle elezioni per la Camera alta e non riuscì ad ottenere il seggio. Fu sconfitto di nuovo nel ’58. Era nato per perdere, dissero alcuni. Ma nel 1860 quest’uomo – Abramo Lincoln – fu eletto presidente degli Stati Uniti. Aveva saputo accettare la sconfitta, ma solo temporaneamente.
6. Convincersi che il pensiero può influire sulla realtà.
Per la maggior parte delle persone è molto difficile capire che la forza più poderosa del mondo è un’ idea che abbia messo radici nella mente umana.
Eppure è così.
Non molto tempo fa, in Australia, ho conosciuto un uomo straordinario, un certo Bert Walton. Questi raccontò come per moltissimo tempo – a cominciare dai primi anni di scuola, e poi in seguito sul lavoro – non aveva fatto altro che collezionare insuccessi. Dopo aver cambiato parecchi impieghi, alla fine aveva trovato un posto alle dipendenze della filiale australiana di una grande ditta straniera. Anche lì cose andavano di male in peggio, quando un dirigente della casa madre venne a parlare ai dipendenti australiani. Fu proprio una frase del suo discorso a fare su Walton un’ enorme impressione: Si può sempre riuscire – se si è convinti di poter riuscire.
“Tutto ad un tratto mi resi conto che la ragione per cui non riuscivo mai a niente era la mia inveterata abitudine a considerarmi un fallito” mi disse. “Era questa convinzione a creare quello stato di cose , e non il contrario. Perciò decisi di cambiare l’idea che avevo sempre avuto di me. Mi dissi: -Sono certo di poter diventare direttore di questa ditta per la Nuova Galles del Sud. Anzi sono più che convinto di poter diventare direttore per tutta l’ Australia.” Mi ci volle molto tempo e molta fatica, ci furono molti contrattempi, ma finii per diventarlo. Poi entrai nel ramo dei grandi magazzini, e mi dissi: “Credo che potremo fare di quest’ azienda una delle più importanti di tutta l’Australia.” E anche questo finì per avverarsi. Sono un uomo come tanti altri, ma avevo fatto mia un’ idea straordinaria e a essa avevo tenuto fede.” Che cosa era accaduto a quell’uomo? L’ idea, come uno specchio ustorio, aveva concentrato i raggi del suo carattere su un obiettivo ben definito con tale intensità che elementi fino allora inerti erano come divampati. L’idea non è nuova. Nella Bibbia è ripetuto più volte: “Abbiate fede, e niente vi sarà impossibile.” Una promessa sconcertante, certo, ma profondamente vera.
7. Non mettersi mai in stato d’accusa.
Tempo fa venne a trovarmi un tale dicendo che voleva parlarmi. Aveva l’aria abbattuta e nella sua voce c’era il tono dello sconfitto. “Sono un commesso viaggiatore” mi disse “ e guadagno abbastanza da vivere, ma il mio è un lavoro senza importanza. Sono quasi sempre angosciato e depresso. Mi può aiutare?”
“No” gli risposi “non posso certo entrare nella sua testa e rimetterne in sesto il meccanismo. Ma forse potrò suggerirle come, da solo, lei potrà aiutare sé stesso. Anzitutto non vada in giro con la schiena curva in quel modo : cammini a testa alta. In secondo luogo, non disprezzi la sua professione. Nella nostra società i venditori sono come i cuscinetti a sfere sui quali si muove l’industria; se non fosse per loro, l’ intero sistema economico si arrenderebbe. Infine, perché non la smette di considerarsi un verme e non prova invece a ricordare che è creatura di Dio? Lei è suo figlio. E se è vero, come è vero, che lei è importante per il Signore, chi le dà il diritto di andare in giro proclamando di non essere nessuno?”
Continuammo a parlare ancora per qualche tempo. Poi l’uomo mi ringraziò e se ne andò, assorto nei suoi pensieri. Spero che abbia imparato, o almeno incominciato a imparare, l’ importanza di non mettersi in stato di accusa.
8. Non tarparsi le ali creandosi alibi.
Questo è tipico delle persone che non sanno dare un senso alla propria esistenza. Non fanno che ripetere: “Non è il momento” o “Non ho le qualità necessarie”. Oppure ricorrono ai “se” : “Se avessi più soldi, se fossi più colto…, se non fossi così legato…” Gli alibi continuano all’ infinito e non servono che a rafforzare le tre caratteristiche negative ricordate all’inizio: Inerzia, mancanza di volontà, sfiducia in se stessi. Per diventare una persona che sa dare un senso alla propria vita bisogna bandire le idee che tendono in un modo o nell’ altro a limitarci. “Non credo nelle circostanze” disse George Bernard Shaw una volta. “Le persone che fanno strada sono quelle che vanno in cerca delle circostanze di cui hanno bisogno e che, se non le trovano, se le creano.”
Platone ebbe a dire che una vita senza autocritica non è degna di essere vissuta. Questo è vero oggi come era vero 23 secoli fa. Perciò sottoponiamo a un esame la nostra vita. E se scopriamo che è priva di senso, decidiamo a darglielo.
Cominciamo oggi stesso.