Nuovi sviluppi nel Disturbo Ossessivo
Questo report informa sul disturbo ossessivo e fa conoscere un nuovo sistema per fermare un’ ossessione e riacquistare il controllo.
La PAURA DI PERDERE IL CONTROLLO è il timore più grande di una persona sofferente di un disturbo ossessivo.
Nel paziente ossessivo perdere il controllo significa incapacità di controllo, di miglioramento, di modifica e arresto delle immagini, dei pensieri e i comandi che si intrufolano nella sua mente.
La prospettiva di perdere il controllo porta alla necessità di rafforzarlo sempre più.
La paura di perdere il controllo è il combustibile di tutta la sintomatologia.
Il disturbo è serio e difficile perché chi lo soffre ha l’ impressione di non avere alcun mezzo per fronteggiarlo, nessun’ arma è efficiente per dominare, domare e contrastare le immagini e i pensieri brutti che si intrufolano nella mente.
Il paziente ossessivo ha la sensazione di essere inerme e senza difese di fronte a tutte le visioni che gli si prospettano nella mente. Nonostante cerchi egli stesso di convincersi che lui stesso non è così, che non desidera assolutamente quello che vede nella sua televisione mentale, il processo mentale patologico continua in maniera insistente e inarrestabile.
Non riuscendo ad avere il controllo sul processo mentale, si rafforza ancora di più il suo senso di vulnerabilità, insicurezza e fragilità. L’ insicurezza va ad alimentare ulteriormente il senso di pericolo e la necessità di recupero dell’auto-controllo.
Insomma è come il cane che si morde la coda: si crea un circolo vizioso, impossibile da venirne fuori. Ed è così che il soggetto si crea delle operazioni, una certa personalità perfezionista e superstiziosa, è costretto ad ubbidire a compulsioni e rituali allo scopo di sperare di recuperare un minimo di controllo.
Ma è tutto inutile. L’ insicurezza va rafforzare la sintomatologia, senza la possibilità di venirne a capo.
Perché finora le terapie sono risultate infruttuose o poco efficaci?
Finora le terapie sul Disturbo Ossessivo-Compulsivo (D.O.C.) non hanno avuto un soddisfacente successo perché hanno mirato solo alla sintomatologia superficiale.
Un attacco ai sintomi del paziente, attraverso consigli, forme di rassicurazioni, contrasto alle sue convinzioni, stop del pensiero, desensibilizzazione dell’ ansia, prescrizioni di sintomi, hanno un effetto limitato e di breve durata.
Il sintomo è una difesa perchè serve a mantenere desta l’attenzione. La sintomatologia ossessiva è potente come difesa, perchè facendo immaginare le peggiori conseguenze non permette il rilassamento e l’ emissione di azioni indesiderate.
La sorgente dei problemi non sta nella sintomatologia, ma altrove, nella storia passata del paziente.
Il sintomo per effetto del processo di generalizzazione, ampliamento e diffusione a problemi somiglianti, si è allontanato dalla paura iniziale, è cambiato fino a diventare incomprensibile.
In alcuni casi clinici l’ investigazione accurata ha permesso di trovare i motivi e di SPEGNERE IMMEDIATAMENTE tutta la sintomatologia ossessiva, come se si fosse schiacciato un pulsante di stop.
Una cosa incredibile: come se di colpo si è interrotto il flusso di corrente.
Non è una cosa facile trovare questo bottone di STOP, non sempre si arriva facilmente, ma conoscendo la mappa del territorio, con una certa fatica (dovuta a volte più che altro all’impazienza), si può arrivare all’agognato interruttore.
Cosa deve fare la terapia?
La cura deve seguire due percorsi:
1) Sostegno al recupero della percezione di possesso del controllo.
2) Ricostruzione di una mappa che va dai sintomi ai motivi profondi, alla ri-costruzione delle regole del comportamento ossessivo e all’intervento riparativo.
-Sostegno al recupero della percezione di possesso di controllo.
Aiutare il paziente e mostrargli che quello che vive è solo un processo mentale. Deve convincersi che ciò che sente e vede nelle sue immagini non è un’ avvisaglia di ciò che potrebbe succedere, che lui stesso non è una minaccia perché nella sua storia personale non ci sono elementi che innescano una via per caricare un rischio per se stesso e per gli altri.
Incoraggiare convincendo che non perderà il controllo perché non ha motivo di essere così insicuro è in possesso di buone risorse e notevoli capacità. Far rilassare il paziente e far mollare l’urgenza del controllo, intanto che si cerca nella sua storia i motivi di insicurezze personali e un lavoro di cambiamento sulle false convinzioni di fragilità e insicurezza.
Il secondo livello di terapia del disturbo
ossessivo deve operare nel profondo: nella ricerca del significato delle sue insicurezze, ossia scoprire cosa gli manca per avere il pieno controllo e tranquillità se si comporta liberamente senza influenze del passato.
Il disturbo ossessivo si regge sui fantasmi del passato.
La regola di fondo può essere: “Devo essere perfetto, bravo,in gamba, senza paure e senza insicurezze, perché le insicurezze non sono assolutamente accettate. Se sono insicuro non va bene. Se ho ansia non va bene. Se non sono perfetto non va bene.”
L’ossessione può essere risolta con la rimozione della regola di base: “ Non posso mostrarmi debole”, attraverso le procedure di E.M.D.R, esercizi di visualizzazione e tecniche di integrazione emisferiche.
Gli esercizi di visualizzazione consentono la visione del film del passato in cui la madre, il padre, zii, nonni o altre persone significative di appartenenza gli parlano, chiedono scusa del comportamento avuto nei suoi confronti e rassicurano sul piano affettivo.
Le tecniche di integrazione emisferiche sono procedure neuro-fisiologiche che hanno la capacità di riequilibrare e sincronizzare gli emisferi cerebrali, nella stessa misura in cui opera l’ E.M.D.R.
Partendo da un’ immagine, un pensiero, una sintomatologia o una emozione questi sistemi agiscono rettificando e correggendo squilibri e sincronismo inter-emisferico. Un effetto di questo bilanciamento è un riequilibrio del lavoro del cervello, con liberazione di emotività ed energia accumulata e, soprattutto, va a modificare le convinzioni personali errate situate nel profondo.
Tale lavoro apporta un intenso cambiamento nell’ architettura della personalità.
Come Vincere un Disturbo Ossessivo
Valerio dice
Buongiorno. Soffro di pensieri aggressivi verso i miei genitori. È una vera sofferenza , penso che è l unico periodo della mia vita con la quale sto combattendo contro questo mostro, vivo bene il mio rapporto con loro, anche se spesso ci litigo ed essendo uno molto rancoroso tendo spesso a portare rancore e risentimento. Nulla che mi abbia mai fatto pensare di ammazzare. Ho tanta paura , sono di Roma ed ho 23 anni
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Valerio,
capisco quello che prova.Questi pensieri sono realmente fonte di grande sofferenza. Non è possibile dare consigli specifici e personalizzati nei suoi confronti, perchè non la conosco. Però posso assicurarle che questo “mostro”è solo un sistema d’allarme che urla senza un reale motivo.
Il vero motivo è il senso si vergogna e senso di colpa per aver avuto certi brutti pensieri. Ma noi non abbiamo nessuna colpa.
Mi faccia sapere.
Un cordiale saluto
Dott. M. Di Nunzio
Nicola dice
Gentile dott. Di Nunzio, ho trovato per caso questo sito ricercando in una delle tante sere una soluzione ai miei problemi. Ho 28 anni e da 12 vivo e convivo dapprima con ansia e poi con dap e doc, numerose fobie che mi stanno pian piano affievolendo nonostante io sia sempre riuscito a rialzarmi da tutti i miei momenti di crisi. Certo è che gli anni passano e questa cosa che mi porto dentro limita sempre più quella che vorrei fosse la mia vita. Ho provato tante strade tra psicologi e terapie ma nulla di risolutivo. Ho sempre pensato che la risposta sia dentro di me ma ho difficoltà nel capire la strada da percorrere. Spero un giorno di trovare un bravo professionista che mi accompagni verso la comprensione di me stesso. La ringrazio perché in questi scritti lei è estremamente chiaro e diretto e immette anche un senso di speranza perché ci insegna che per aprire una porta basta solo trovare la chiave giusta nel mazzo.
Cordiali saluti
Nicola
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Nicola, scusa per il ritardo con cui rispondo.
Sono molto addolorato per i problemi che dici di avere (dap e doc, ossia attacchi di panico e disturbi ossessivi).
Sono contento che il mio articolo ti ha dato speranza.
Leggi l’ ultimo articolo, il caso clinico di Rickie, ti aiuterà ancora di più a capire cosa fare se si è sofferenti di un DOC.
Un cordiale saluto.
Dott. M. Di Nunzio