Nello Studio dello Psicologo, dalla parte del paziente.
I pensieri segreti e le aspettative del paziente
Hai bisogno di affrontare e risolvere problemi di ansia,di panico,depressivi o relazionali, insomma contattare uno psicoterapeuta e iniziare una terapia. Cosa ti aspetti da questa?
Seguiamo passo passo il percorso, perchè, in realtà, il percorso di una Psicoterapia non è molto conosciuto.
Primo incontro.
Conoscenza, prima impressione positiva (sorriso, buona accoglienza, sensazione di simpatia, che ci tiene al suo lavoro e ai suoi pazienti). Sensazione: positiva. Risposta: OK
-Il dottore sa il fatto suo? Le referenze sono buone? Ne parlano bene? E’ capace di risolvermi il problema? Si fa pagare molto?: Sensazione: positiva. Risposta: OK
-Ora devo parlare dei miei problemi. Parlare completamente, in tutti i suoi aspetti.
Il dottore è calmo? Accogliente? E’ tranquillo? E’ sicuro di sè? Posso fidarmi?:
Sensazione: positiva. Risposta: OK
Mi ascolta? Sa ascoltare? Sa venirmi dietro? E’ nervoso? Non sa il fatto suo? Allora che ci fa dietro quella scrivania?
E’ sempre tranquillo? Sa dare fiducia? Anche se so che per il momento la soluzione è lontana, è accogliente? Mi aiuta a risolvere il mio problema?
So che la soluzione non è a breve tempo, ma il dottore funge da raccoglitore e contenitore delle mie ansie,delle mie angosce e della mia sofferenza? Sensazione: positiva. Risposta: OK
Mi rendo sempre più conto che la terapia è un rapporto. L’accoglienza e la fiducia viene sempre rinnovata. Stiamo lavorando. Non ho fretta. Sto tirando fuori un sacco di materiale.
Mi fa bene anche solo parlarne. Volendo usare una metafora: quella del minatore in una miniera d’oro. Devi scavare molto prima di arrivare ad una importante vena aurifera.
Una seduta è la stessa cosa: non sempre i motivi di sofferenza sono a portata di mano. Ci sono delle ‘difese’ che rallentano perchè fanno male certi ricordi. Devi tirare fuori parecchio materiale per arrivare a quello importante.
Sto ricordando eventi della vita che avevo dimenticato. Non sapevo che avevano attinenza al problema. Durante la settimana penso sempre a quello che devo dire.
Chissà se questo è un rapporto speciale per il dottore, oppure sono solo uno dei tanti pazienti?
(Dopo alcune sedute )
Sono stato male. Non penso che in questo modo risolvo il problema. Senza una medicina …,si parla,si parla. Non so se glie lo dico. Se ci rimane male?
-Glie l’ho detto. Avevo un groppo in gola, non ce l’ho fatta e l’ ho detto: “Parlare, parlare,tante sedute e il problema sembra tale e quale,come all’ inizio”. Mi dispiace, sono stato brusco.
Ci è rimasto un po’ male.
Mi ha detto:“Sai cosa serve la psicoterapia ?
* -A fare un resoconto della vita attuale
* -A far tornare alla coscienza cose passate
* Tornare indietro nella storia personale in relazione ai sintomi, all’ affettività, alla fiducia in te stesso, alle persone che hanno avuto influenza sia negativa che positiva sulla vita.
* -A cercare eventi importanti che hanno avuto importanza e che influenzano ancora l’emotività attuale:
– nell’infanzia: eventi importanti, clima e situazione familiare, rivedere com’ era la tua vita. Modalità di attaccamento. Carattere dei genitori o di altre figure che hanno avuto influenza sulla tua educazione.
-nella preadolescenza (Vita scolastica, rapporti con i colleghi, con i professori, situazione e clima familiare, eventi importanti che hanno inciso in quel periodo)
-nell’adolescenza (vita scolastica, rapporto con i coetanei, con i professori; vita familiare, rapporto con i genitori, con i coetanei, prime esperienze affettive,sessuali, eventi importanti di quegli anni).
*-costruzione ed evoluzione della fiducia in te stesso.
*-ri-scoprire,portare alla luce, a svelare emozioni e sensazioni legati a certi eventi,a ri-costruire i collegamenti di come sei adesso con quelli analoghi del tuo passato, perchè noi siamo il passato, le nostre radici affondano nel nostro passato.
*-Rielaborare. A fare una rilettura dell’ esperienza, anche attraverso un cambiamento della cornice, del contesto e dello sfondo. Cosa voglio dire?
Che le tue reazioni emotive,le tue ansie, le tue rabbie, una volta avevano un senso,erano giustificate. Ora è cambiato lo sfondo, sono cambiate le persone,i posti e le situazioni. Allora non ha più senso arrabbiarti se il tuo capoufficio ti sembra o ti ricorda tuo padre.
-A desensibilizzare,a rendere inoffensive le emozioni, le sensazioni,le convinzioni e le cognizioni, i collegamenti, a rielaborare eventi, ad apprendere nuovi insegnamenti.
Come vedi il cammino non è breve, “ma c’è una luce in fondo a questo tragitto…!”
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