La psicoterapia verbale: limiti ed ostacoli
La psicoterapia basata esclusivamente sul dialogo verbale dimostra un’efficacia limitata, rendendo il colloquio psicologico non sempre il metodo più adeguato.
In questo articolo, presentiamo i risultati di recenti ricerche che evidenziano la scarsa efficacia della psicoterapia verbale, che si affida unicamente alle parole. In particolare, vengono analizzate le conclusioni di Bruce Ecker e la validità del metodo esperienziale, il quale sfrutta l’emisfero destro attraverso un approccio emotivo, sensoriale, pensieri ed immagini come strumento di lavoro della Terapia della Coerenza.
Un colloquio psicologico è un’occasione in cui un paziente si confronta con un professionista specializzato in un ambito psicoterapeutico, con l’obiettivo di esplorare e valutare i propri comportamenti, atteggiamenti, emozioni e vissuti in modo migliore e più approfondito di quanto possa fare da solo, al fine di alleviare uno stato di sofferenza.
Il colloquio psicologico, o dialogo socratico, è la tecnica utilizzata da numerosi approcci terapeutici. Le cure psicologiche finora si sono basate con questa metodologia, ma sono emersi limiti ed ostacoli della psicoterapia verbale.
Secondo ricerche recenti, il colloquio psicologico fatto solo con l’uso dialettico potrebbe non rappresentare il metodo più adeguato in ambito psicoterapeutico.
Per comprendere meglio questa dichiarazione, è utile esaminare alcune delle scoperte chiave emerse dalla ricerca neuroscientifica.
Diversi studi di neurofisiologia e neuroscienze suggeriscono che il dialogo socratico, pur essendo efficace in ambiti filosofici e didattici, potrebbe non essere altrettanto efficace quando si tratta di affrontare, in psicoterapia, tematiche emotive profonde. Questa affermazione si basa sulla comprensione che esiste una disconnessione significativa tra l’emisfero sinistro del cervello, principalmente responsabile del linguaggio, e le aree cerebrali dell’ emisfero destro, coinvolte nell’elaborazione delle emozioni.
Uno degli aspetti principali riguarda le connessioni neurali tra i due emisferi cerebrali e la specializzazione emisferica.
Il cervello umano è diviso in due emisferi, ciascuno dei quali è specializzato in funzioni diverse. L’emisfero sinistro è strettamente legato al linguaggio, alla sua comprensione e produzione, la logica e il ragionamento, mentre l’emisfero destro è più coinvolto nell’elaborazione delle emozioni,la creatività, l’immaginazione,la capacità di intuizione,l’intonazione e l’enfasi nel linguaggio.
Questa separazione delle funzioni suggerisce che l’integrazione delle emozioni con il linguaggio può essere limitata, poiché i due emisferi non lavorano sempre in perfetta sincronia per tradurre esperienze emotive in parole. Questa divisione funzionale rende difficile per le persone esprimere verbalmente emozioni intense o complesse, rendendo il percorso terapeutico meno efficace.
Studi di neuroimaging hanno rivelato che le connessioni tra l’emisfero sinistro e le strutture limbiche, come l’amigdala e l’ippocampo, sono relativamente deboli rispetto a quelle che collegano l’emisfero destro alle stesse strutture.
Le strutture limbiche sono essenziali per l’elaborazione delle emozioni, e il fatto che l’emisfero sinistro, incaricato del linguaggio, abbia connessioni meno fitte con queste aree, può spiegare perché spesso risulta difficile esprimere verbalmente emozioni profonde.
In altre parole, mentre l’emisfero destro ha una comunicazione diretta e forte con le regioni che gestiscono le emozioni, l’emisfero sinistro, pur essendo centrale per il linguaggio, non riesce a tradurre adeguatamente le esperienze emotive in parole.
Questo motivo può essere una limitazione all’uso del solo colloquio in psicoterapia.
Un altro concetto fondamentale è quello del riconsolidamento della memoria. Questo è un processo per cui in psicoterapia nuove conoscenze apprese, possono modificare o sostituire direttamente i contenuti della memoria, acquisiti in un apprendimento precedente; in questo modo le memorie emotive, patologie e ricordi di esperienze emotive traumatiche possono essere modificate, cancellate e integrate in nuove cognizioni.
Su questo criterio si basa la psicoterapia della Coerenza
Gli studi suggeriscono che la cancellazione delle informazioni e il riconsolidamento della memoria richiede un accesso diretto alle tracce neurali delle emozioni e le strutture limbiche del cervello.
Poiché l’emisfero sinistro, con le sue funzioni linguistiche, ha un coinvolgimento meno diretto in questo processo, diventa chiaro come le psicoterapie che si basano fortemente sul linguaggio possono essere meno efficaci nel favorire la rielaborazione di memorie emotive profonde.
Infatti, il linguaggio potrebbe non essere lo strumento più adatto per raggiungere e modificare queste memorie, rendendo necessario l’impiego di altre strategie terapeutiche, più orientate all’elaborazione diretta delle emozioni.
L’incapacità dell’emisfero sinistro di verbalizzare le emozioni elaborate dall’emisfero destro, sottolinea ulteriormente i limiti del linguaggio nel contesto dell’esplorazione e dell’elaborazione delle emozioni, come richiesto in un processo terapeutico.
-Gli studi su pazienti con lesioni cerebrali forniscono un altro esempio di questa separazione tra linguaggio ed emozioni. In particolare, si è osservato che danni all’emisfero sinistro che compromettono gravemente le capacità linguistiche, non influenzano significativamente l’elaborazione emotiva, e viceversa.
Questo fenomeno conferma ulteriormente che le funzioni linguistiche e quelle emotive sono gestite da aree cerebrali differenti, il che può limitare l’efficacia di approcci terapeutici che si basano esclusivamente sul linguaggio.
-Infine, la ricerca sull’interazione tra emozioni e linguaggio ha dimostrato che le emozioni vengono spesso elaborate in modo non verbale prima di essere trasmesse alle aree linguistiche dell’emisfero sinistro. Questo significa che le emozioni intense possono risultare difficili da esprimere verbalmente, poiché l’elaborazione emotiva avviene in aree del cervello che non sono strettamente collegate alle funzioni linguistiche.
La difficoltà di tradurre in parole emozioni complesse rende il dialogo socratico meno adeguato per affrontare problematiche emotive profonde.
In sintesi, le evidenze neurofisiologiche suggeriscono una significativa separazione tra l’emisfero sinistro, responsabile del linguaggio, e le aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione delle emozioni.
Questa separazione funzionale e strutturale può spiegare perché le esperienze emotive profonde non sono facilmente accessibili, o esprimibili, attraverso approcci linguistici e cognitivi come il colloquio terapeutico.
Pertanto, sebbene il dialogo socratico possa essere uno strumento potente in ambiti filosofici ed educativi, la sua efficacia in psicoterapia, dove la comprensione e l’elaborazione delle emozioni è cruciale, risulta essere limitata.
La contrapposizione al metodo socratico, metodo dialettico d’indagine filosofica basato sul dialogo, è asserita dal Dr.Bruce Ecker.
Il Dr.Bruce Ecker, ideatore del metodo terapeutico della Terapia della Coerenza, è uno dei principali esponenti della Terapia dell’Integrazione della Memoria (Memory Reconsolidation Therapy).
Bruce Ecker discute la scarsa validità del metodo socratico in psicoterapia principalmente nel libro “Unlocking the Emotional Brain: Eliminating Symptoms at Their Roots Using Memory Reconsolidation” (scritto insieme a Robin Ticic e Laurel Hulley), pubblicato nel 2012. ( – SBLOCCARE IL CERVELLO EMOTIVO-Eliminare i sintomi alla radice utilizzando il riconsolidamento della memoria-Franco Angeli Editore )-.
In questo libro, Ecker presenta un’approfondita critica degli approcci cognitivi, incluso il dialogo socratico, argomentando che tali metodi non sono efficaci nel produrre cambiamenti profondi e duraturi a livello emotivo.
Bruce Ecker critica l’uso del dialogo socratico in psicoterapia perché lo considera inefficace per produrre cambiamenti profondi e duraturi nelle emozioni e nei comportamenti dei pazienti. Ecco alcune delle sue ragioni principali:
Focus Cognitivo: Il dialogo socratico si basa su un approccio cognitivo, in cui il terapeuta pone domande per stimolare la riflessione e il pensiero critico del paziente. Ecker sostiene che questo metodo è troppo centrato sugli aspetti razionali e cognitivi dell’esperienza umana e non affronta adeguatamente le emozioni profonde e le memorie implicite che sono alla base dei problemi psicologici.
Limitata Efficacia nel Cambiamento Emotivo: Ecker ritiene che il dialogo socratico non sia sufficiente a trasformare le memorie emozionali radicate che spesso guidano i sintomi e i comportamenti problematici. Egli sostiene che anche se i pazienti possono acquisire una migliore comprensione intellettuale delle loro difficoltà, questo raramente si traduce in un cambiamento effettivo e duraturo delle emozioni e dei comportamenti.
Importanza della Riconsolidazione della Memoria: Secondo Ecker, per ottenere un cambiamento terapeutico efficace è necessario accedere direttamente alle memorie profonde e modificarle tramite un processo denominato: ‘riconsolidamento della memoria’. Questo processo consente di “cancellare e riscrivere” le memorie emotive che sono alla radice dei problemi psicologici.Ecker sostiene che il dialogo socratico non è adatto a facilitare questo tipo di trasformazione, poiché si focalizza principalmente sugli aspetti cognitivi, trascurando il livello emotivo e implicito.
Esperienza di Trasformazione Profonda: Ecker sottolinea l’importanza di esperienze terapeutiche che inducano una trasformazione profonda a livello esperienziale. Egli crede che il dialogo socratico sia troppo distante da questo obiettivo, in quanto si basa su un processo di esplorazione intellettuale piuttosto che su un’esperienza emotiva trasformativa.
Conclusioni
Bruce Ecker critica l’uso del dialogo, basato solo sull’ uso delle parole in psicoterapia, perché lo considera inadeguato per produrre i cambiamenti profondi necessari alla guarigione psicologica, sottolineando l’importanza di approcci che lavorino direttamente con le memorie emozionali e implicite.