Il presente report fa conoscere è possibile vincere una fobia. Spiega meccanismi di azione delle fobie e delle ossessioni. Risponde alle domande perché si forma una fobia, come funziona e come fare per eliminarla.
(Caso clinico) Alberto, 36 anni, è sposato, ha due figli e fa il commerciante. Arriva allo Studio dopo tante perplessità, incalzato dalla moglie e dai familiari.
Alberto, come prima impressione, appare una persona brillante e sicuro di sé. E’ incredulo e stupito. Non accetta questa visita dallo psicologo, anche se ha già fatto altre sedute con altri due colleghi psicoterapeuti. Ha letto anche molti libri di psicologia. Ha richiesto l’incontro anche per evitare continue lamentele di sua moglie e altri familiari.
Inizialmente, con ritrosia, ma poi sempre più liberamente si apre e racconta le sue difficoltà. Praticamente il suo problema riguarda la fobia di guidare in autostrada e la paura delle altezze.
Questa paura lo limita, rende impossibile svolgere serenamente i viaggi che servono al suo lavoro, perchè prova ansia nell’ attraversare i viadotti e i luoghi posti ad una certa altezza. Evita assolutamente i viaggi in autostrada,per lavoro, per svago, le vacanze, e quando è costretto a recarsi in qualche posto per motivi di salute dei familiari
[Cosa significa] Alberto soffre per questa situazione. Avverte questo problema completamene in contrasto con la sua vera persona e in dissenso col suo carattere aperto, brillante e sicuro di sé.
Questa paura lo sta limitando moltissimo. I suoi affari ne risentono. Ma e’soprattutto una batosta per la sua autostima.
[Come funziona] La fobia costringe Alberto ad evitare molti posti e situazioni che vorrebbe visitare con sua moglie. Sente il problema perfino nel suo negozio, quando deve reperire la merce e non può servirsi dei corrieri. Alberto vorrebbe evitare quelle situazioni; l’ansia inizia a pungolarlo perché il suo timore è quello di sentirsi male in strada, avere un attacco di panico, perdere il controllo dell’ auto e volare giù dal viadotto. E’ successo già diverse volte che l’ansia e l’ agitazione l’ hanno costretto a fermarsi e lasciare la guida alla moglie.
Questa donna è disperata e incavolata. Il matrimonio sta diventando difficile per le frequenti discussioni.
La domenica è un problema. Spesso chiede al marito di accompagnarla a fare shopping o recarsi in qualche posto come svago, ma questo è proprio quello che lui teme di più: ha paura di sentirsi male durante la guida e perdere il controllo.
Alberto vive con angoscia anche altre situazione: quando deve accompagnare i familiari a fare visite mediche. E’ successo che a volte ha dovuto ricorrere ad altri autisti.
Le letture e le cure che ha fatto non hanno apportato molto giovamento. Sì, ha provato a mettere in pratica esercizi, training o ad auto-convincersi dell’ assurdità delle sue fobie, ma non hanno influito sulla sua ansia anticipatoria.
Perché Alberto non è riuscito a sconfiggere queste fobie?
Le fobie, come le ossessioni, sono difese. Le terapie tradizionali sono concentrate soprattutto sulla eliminazione dei sintomi. Ma l’attenzione e il trattamento solo ai sintomi funziona in modo limitato; dà solo un modesto sollievo.
Le fobie e le ossessioni hanno due meccanismi di funzionamento: uno sintomatologico e uno inconscio. I sintomi si diffondono, si allontanano dalla paura iniziale, creano ansia ed evitamento della situazione temuta.
Ogni trattamento rivolto all’ ansia, alle paure, all’immaginazione dei pericoli e all’ evitamento sortiscono effetti superficiali perché sono lontani dalla paura iniziale. Se riescono ad eliminare i sintomi, non risolvono il problema; le ricomparse del problema sono quasi assodati.
L’attenzione, invece, deve essere bifocale: de-sensilizzazione della sintomatologia e ricerca dei motivi profondi.
Le cause sono da ricercare nella storia delle ferite dell’infanzia e delle regole inconsce che ne sono derivate.
La guarigione di Alberto è stata quasi immediata quando ha rivisitato episodi del suo passato. L’ approfondimento ha portato alla luce la sua lotta con l’ansia e la necessità di nascondere le insicurezze per non farle scoprire a suo padre.
Fin da bambino ha dovuto mostrare una facciata di sicurezza, perchè suo padre non ammetteva e non sopportava un figlio debole e insicuro. Anziché aiuto e comprensione, suo padre gli rinfacciava la sua inettitudine.
Ricorda ancora con angoscia e rabbia le mortificazioni, gli sfottò e le umiliazioni.
Suo padre appariva forte, sicuro di sé e pienamente realizzato. In realtà era solo una facciata esteriore. Anche l’infanzia di suo padre non era stata facile. Aveva dovuto sopportare la presenza di un padre debole e inutile, in completa sottomissione al carattere forte, irascibile ed esigente di sua moglie (la nonna di Alberto).
Il passato che ritorna. I copioni scritti in altre generazioni. Alberto aveva il copione di evitare l’ ansia e ogni forma di insicurezza, perché non erano accettate da suo padre.
La fobia attuale funzionava allo stesso modo: Alberto evitava le situazioni in cui rischiava di provare ansia, perché voleva mostrare sicurezza a suo padre. Il copione di Alberto era quello di evitare le situazioni ansiogene. Il timore di non sapere fronteggiare una situazione gli dava ansia, quindi era da evitare.
Suo padre non era un buon autista. Aveva timore di guidare. La fobia dell’ autostrada era che passato il casello autostradale non si tornava più indietro. A questo punto ‘eri costretto’ ad immetterti in un posto scomodo,dove la guida non ammette errori.
La fobia era costruita sull’evitamento di questa situazione. Per creare la motivazione a sfuggire questa situazione la mente costruiva e immaginava le situazioni di traffico più terribili (incidenti, slittamenti,ingorghi, ecc.).
La scoperta di questo copione è stata come una folgorazione. Alberto ha capito il vero motivo, che la paura reale non era l’ autostrada ma la paura di non farcela. Se provava ansia da quel posto non poteva scappare.
Ha immediatamente superato la fobia. Alberto mi dice che ora guidare è un piacere. Con la moglie hanno già programmato una vacanza e un lungo viaggio.
Il disturbo ossessivo funziona allo stesso modo. Mentre nella fobia le situazioni da evitare sono chiare e visibili, nel disturbo ossessivo la minaccia è interna,invisibile, imprevedibile e incontrollabile. Per questo motivo la mente è sempre in allerta e invia continuamente alla coscienza immagini paurose delle conseguenze che potranno derivare.
Per maggiori informazioni sul disturbo ossessivo vedi:
Il disturbo ossessivo-Compulsivo
sergio dice
Soffrendo di una fobia identica a quella su esposta, penso che l’unico modo per superarla sia l’approccio farmacologico. La clomipramina associata ad un blando benzodiazepinico, risolve il sintomo. La causa non si risolve perchè va ascritta allo stress. Abbiamo le fobie quando siamo stressati. La clomipramina debella ogni tipo di fobie : andrebbe assunta ” a vita ” ma purtroppo determina spiacevoli effetti collaterali. L’ho provata e stavo bene, guidavo perfettamente senza sentirmi male…ma con effetti collaterali molto limitativi. L’ho smessa (seguito ovviamente da un neuropsichiatra) e le fobie sono tornate. Adesso “ci convivo” ed ogni giorno conduco una battaglia contro me stesso. Vorrei riprendere quel farmaco ma non posso permettermi un aumento di peso di circa 10 kg..una anaeiaculazione durante un rapporto sessuale ed una stipsi ostinata. Non lo so…devo fare una scelta. Grazie per la testimonianza.
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Sergio, ormai ha provato l’ effetto farmacologico e ha visto che ha solo un effetto calmante, che non risolve il
problema profondamente. Perchè non prova a fare psicoterapia? Un saluto cordiale. Dott. M. Di Nunzio
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Luca, molto probabilmente sta soffrendo di attacchi di panico, con una buona dose di ansia generalizzata e sintomi depressivi.
Ha fatto bene a ricorrere ad un aiuto terapeutico. Sicuramente ne troverà un grande beneficio. Continui a fare gli esercizi di rilassamento e esercizi di respirazione che ha trovato in questi articoli, Le daranno sollievo.
La saluto cordialmente
Dott. M. Di Nunzio