Questo articolo spiega come vincere le fobie ed estirparle definitivamente. Ma è possibile eliminare automaticamente una fobia, senza alcun trattamento?
Sì, se si capisce il suo funzionamento.
Un esempio è la paura dei serpenti.
Questa è una paura antica, innata,istintiva negli uomini e negli animali. I serpenti sono animali che provocano repulsione. Danno una tale avversione che si evita in tutti i modi il contatto.
In televisione ci sono sempre documentari sui serpenti. In questi programmi possiamo osservare persone che maneggiano serpenti pericolosi e velenosi senza repulsione e difficoltà, ma solo con opportune precauzioni.
Queste persone non hanno paura, perché hanno vinto l’ avversione e il senso di pericolo provato dalla stragrande maggioranza delle persone.
Questa gente esperta non hanno paura perché per loro il contatto con questi animali non è nulla di sconosciuto. Conoscono la bestia. Sanno che alcune specie di serpenti sono innocui e mansueti. Sanno che la lingua biforcuta del serpente non è pericolosa, perché serve a sondare l’ ambiente.
Queste persone conoscono le specie pericolose, il loro grado di manaccia e la modalità di attacco.
Insomma, a forza di guardare questi documentari ho vinto il senso di repulsione e l’oscuro senso di pericolo; ho vinto la fobia ed ora sono curioso.
Come vincere le fobie?
Possiamo affermare che il meccanismo neurofisiologico della creazione e del mantenimento di una fobia è il mistero, l’ignoto, lo sconosciuto e la non conoscenza della situazione.
Praticamente è il timore e il dubbio di non essere capaci a fronteggiare la situazione che produce e mantiene una fobia.
Nel nostro cervello si crea l’ansia, tensione o panico quando valutiamo di non avere la capacità o schemi comportamentali efficaci.
In mancanza di adeguati comportamenti e azioni valide, l’energia che il cervello mette a disposizione non trova sfogo; l’ impulso nervoso rimane bloccato e prende l’ultima via possibile: quella dell’ emergenza o ipotalamica. L’impulso nervoso dirottato attraverso questa via, va a sollecitare il Sistema Neurovegetativo o Sistema Nervoso Autonomo, creando ansia, panico e, quindi, la paura.
Per maggiore conoscenza di questo meccanismo cerebrale vai all’ articolo: neurofisiologia dell’ ansia e del panico.
Il meccanismo neurofisiologico della fobia funziona su due versanti: una parte cosciente rappresentata dai sintomi fobici , e una parte inconscia che funge da motore della fobia.
La sintomatologia fobica per effetto del processo di generalizzazione, diffusione ed espansione del senso di pericolo, il più delle volte è parecchio lontano dalla paura originaria. Il fobico ha un’attenzione fissa sui sintomi, perche dolorosi e invalidanti, ma in realtà il problema è altrove.
Come vincere le fobie,allora? Concentrarsi sul sintomo con l’intenzione di eliminarlo è una procedura errata, perché spesso i sintomi sono una difesa.
Finora molte terapie si sono concentrate solo sui sintomi, intaccando in modo trascurabile il problema fobico. Possono dare un sollievo superficiale, ma raramente vanno a modificare il motivo profondo del conflitto. Terapeuticamente è inutile lavorare solo sul versante sintomatologico.
La fobia è molto efficace nel suo obiettivo di creare evitamento. Praticamente innesca l’immaginazione del pericolo sulle peggiori catastrofi che potranno capitare.
E’ l’ immaginazione di tali conseguenze che alimenta l’ansia e la paura. Infatti l’ attenzione del soggetto è completamente catturata e spinge all’evitamento di quelle situazioni per evitare quelle possibili disgrazie.
La fobia è una difesa perché fa allontanare dalla zona ritenuta pericolosa.
Bisogna ricercare il significato reale di questa fobia.
Bisogna chiedersi: “Perché ho queste paure? Qual è il significato di questa fobia?”.
Possibile risposta:- Devo evitare queste situazioni, o situazioni simili, perché non riesco a sopportare l’ansia che queste mi provocano.
Domanda: “Perché non riesci a sopportarla?
Possibile risposta: -Perché non posso accettare di vedermi ansioso. Domanda:- Non accetti l’ansia? Non ti accetti debole o Insicuro? Quindi non ti accetti se sei ansioso, insicuro o fragile?
Devi dimostrare a qualcuno che non sei un debole? A chi devi dimostrare che non sei a posto, che non sei debole, che non sei timido e che non hai debolezze? Chi è questo ‘qualcuno’? A chi devi far vedere che sei un tipo in gamba e senza debolezze?”
Spesso questo qualcuno è il padre o a qualche altra persona significativa. Il motivo può essere che quel genitore aveva paura e non accettava la debolezza del figlio, perché non accettava la sua insicurezza. Una proiezione della sua debolezza che non veniva accettata o che non poteva accettare.
Cosa c’entra con la fobia e con la sintomatologia?
Il soggetto non si accetta ansioso, debole e insicuro. In certi posti, in alcune situazioni, nelle situazioni sociali si può provare ansia e insicurezza. Si teme di non essere capaci di affrontare certi contesti ansiogeni. Ma il vero problema è che non può accettare la sua ansia.
Il problema della mancata accettazione dell’ ansia e della debolezza di carattere fa fuggire da queste situazioni. Allora quel posto, quella circostanza, quell’animale o quelle persone diventano oggetti fobici perché provocano un’ansia e una insicurezza che la persona non può accettare.
Mi diceva un paziente guarito dalla fobia della guida in autostrada: “Ora non ho più paura dell’ autostrada, perché in realtà avevo paura di sbagliare casello, di sbagliare nei pagamenti automatici, avevo timore di essere preso in giro in queste operazioni. Mio padre si incazzava quando mi scopriva fragile. Non ho mai accettato di essere ansioso,pauroso e insicuro. Evitavo situazioni in cui provavo queste emozioni. In autostrada una volta immesso e oltrepassato il casello, non puoi tornare indietro. ‘Sei costretto’, devi aspettare il prossimo casello per uscire. Il senso di insicurezza e l’ ansia mi faceva immaginare terribili incidenti stradali. Per questo evitavo di percorrere le autostrade”.
Abbiamo ricostruito le situazioni del passato. Con il processo immaginativo ha rivissuto l’immagine delle persone significative che spiegavano il loro comportamento, chiarite le disapprovazioni, fatte le scuse e concesso il perdono.
A quel punto il paziente si è concesso di accettarsi incondizionatamente, con o senza ansia. E’ iniziata una nuova vita.
Allora hai ancora paura della tua fobia?
Immagina come sarà diversa la vita senza questa fobia che ti ossessiona e ti limita.
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Come vincere le fobie
Marta dice
Ho la fobia incondizionata delle cose appese quando dondolano.
Quando sono in presenza di un lampadario per esempio, a volte mi succede di fissarmi su di esso per tenerlo controllato, in modo da sapere se dondola o no. Questa cosa però mi provoca ansia o panico. Quando qualcuno fa finta di muovere qualcosa di appeso per “farmi uno scherzo” la cosa peggiora incredibilmente fino a scatenarmi quasi un attacco di panico, che prontamente riesco ad evitare spostandomi e nascondendomi dalla cosa che sta succedendo.
Non so quale sia la causa, ma mi ricordo che ad un certo punto della mia infanzia ho iniziato ad non sopportare la visione delle cose appese che dondolano.
Dott. Mario Di Nunzio dice
Buongiorno Marta, grazie per avere scritto. Hai segnalato che soffri per una fobia per le cose che dondolano, vero?
Le fobie sono delle paure per qualcosa che ci intimoriscono e ci spaventano, per oggetti e situazioni del mondo esterno.
A differenza delle ossessioni, dove il pericolo arriva dall’interno di noi stessi, le fobie sono pericoli esterni. Di solito le si affronta evitandole. Le fobie posso sembrare irrazionali, ma analizzandole bene si trova sempre un riferimento a situazioni reali successe in passato.
Marta dovresti fare un percorso terapeutico. Troverai comprensione e soluzione per questa tua fobia. Un cordiale saluto. Dott. M. Di Nunzio
AMaria dice
Mia mamma ha avuto uno shock anafilattico anni fa, quel giorno mio padre non era presente, era fuori città cosi, mi trovai a dover far fronte a questa situazione da sola, per fortuna si riprese subito solo che da quel giorno continuo ad evitare i farmaci, ho sofferto di depressione in passato curata con asiolitico e antidepressivo, pensavo fosse tutto passato, non uso più nessun farmaco da ben 18 anni comunque dopo che ho iniziato ad integrare la vitamina D mi sono sentita meglio, prendere la vitamina D è stato come partorire finché sono venuta a conoscenza di quella spray che mi ha cambiato la vita, non ho solo problemi con i farmaci ma anche con gli integratori vitaminici, un giorno l’allergologa mi diede uno spray al cortisone per il naso, in poco tempo mi venne un attacco di panico pazzesco ma questo mi succede anche con gli integratori alimentari, più volte ho cercato di prenderli perché sto avendo una forte caduta di capelli ma non ci riesco perché ho paura degli attacchi di panico che mi possono far venire ma ciò che é peggio é che dovrei prendere un antibiotico per via orale per curarmi un infezione e non ci riesco, ho paura, non so più cosa fare, so che se riuscissi a curarmi avrei una vita migliore ma la paura di avere certi attacchi me li fa evitare
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Maria, chiedo perdono del ritardo con cui rispondo.
Mi pare di capire che la sua paura sono gli attacchi di panico.Vero?
Lei ha paura dei farmaci, ma al di là di come si manifestano queste sue paure alla base c’è sempre una personalità
ansiosa-depressiva.
Non ha pensato di contattare un terapeuta? Ne trarrà sicuramente un giovamento.
Un cordiale saluto.
Dott. M. Di Nunzio
papi dice
Ho avuto un terribile incidente stradale alla fine del 2009. Un’auto ha travolto la mia auto riducendomi in pezzi. Da allora ho sviluppato una fobia insopportabile per me e per chi mi vive accanto. Ho paura di tutto ciò che tocca terra. Inizialmente ero costretta a fuggire spesso con crisi di pianto se qualcosa cadeva a terra, ora grazie al mio sforzo personale che in parte intuitivamente coincide con quanto letto sopra, ho in parte attenuato il sintomo. Che permane. Non farmaci, psichiatri né psicologi sono riusciti a sedare questo problema che ora credo che sia sanabile solo da me stessa attraverso una via che devo trovare, allo stesso tempo sarebbe un sogno per me trovare qualcuno che possa DAVVERO aiutarmi a guarire, prima ero una persona vivace brillante spiritosa e temeraria, ora non mi riconosco più…
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Pat, mi scuso per il ritardo.
Non deve pensare che è un sogno guarire. Lei ha vissuto il trauma dell’ incidente stradale. Deve curare quel trauma e tutto ciò
che c’è attorno a questo problema. Vede, Pat? Quando viviamo una situazione difficile da sopportare, un momento in cui abbiamo visto la nostra vita in pericolo, questa situazione si fissa nella mente e ad alcune persone rimane per molto tempo, perchè diventa un disturbo post-traumatico da stress. Trovi uno specialista EMDR della sua zona e si affidi, vedrà che poi le cose andranno meglio.
Un saluto cordiale.
Dott. Mario Di Nunzio