La vergogna: cause e rimedi
Il presente articolo è un’ esplorazione sullo stato d’animo della vergogna: sulle cause, gli effetti e le tecniche per vincerla.
Hai mai sofferto di vergogna? Ti è mai capitato di aver detto qualcosa, di aver fatto qualcosa e ottenere scherno, derisione e sfottò dagli altri? Ti è mai capitato di arrossire? Ti è mai capitato di essere giudicato male, di ricevere critiche dagli altri? Di giudicarti indegno? Di provare colpa e imbarazzo?
Se hai patito una di queste situazioni, o situazioni analoghe, hai provato il sentimento della vergogna.
La vergogna è quell’emozione negativa che provi allorquando ti rendi conto di aver fatto qualcosa di sbagliato o di non accettabile. Un’emozione di indegnità determinata da un giudizio negativo che emettiamo su noi stessi, a causa dell’ inadempienza a certe norme o modelli di comportamento che pensiamo di non possedere.
La vergogna è un senso di inadeguatezza, derivante da un giudizio negativo, nostro o degli altri, sulla nostra persona. E’ quell’atteggiamento di chi china il capo, guarda in basso, evita lo sguardo degli altri ed ha desiderio di nascondersi, di fuggire.
E’la valutazione negativa di non essere secondo quanto richiesto dalle regole sociali richieste dal gruppo a cui si appartiene.
Si tratta infatti di un’emozione di disistima causata da un giudizio negativo che emettiamo su noi stessi, derivante dall’ inadempimento a certi ideali di comportamento. E’ un senso di inadeguatezza derivante dal rimprovero, dal giudizio negativo e dalla scarsa accettazione di noi stessi.
Si può arrivare a vergognarsi di qualsiasi cosa. Qualsiasi avvenimento può essere causa di vergogna. E’ possibile vergognarsi di azioni volontarie o involontarie, di caratteristiche fisiche o morali.
Ci si può vergognare di essere grassi, di essere alti, bassi, di come ci comportiamo, di avere un padre alcolizzato, un vestito inadeguato, di scivolare per strada, di essere stati lasciati dal tuo uomo o dalla tua donna. Tutto dipende dalla storia della persona che vive questa emozione.
La vergogna prorompe anche nel ricordo di situazioni negative passate, quando eri in determinate situazioni sociali e ti odi perché non hai saputo dire quanto volevi dire, non hai saputo comportarti, reagire e sbloccarti.
Tutto è causato da un condizionamento sociale, dalla violazione di regole sociali, perché la vergogna è quel sentimento che serve a non farti assumere comportamenti nocivi per il gruppo.
Per evitare questi disagi spesso le persone possono arrivare a provare inferiorità, timidezza e auto-condanna, che nonostante gli sforzi per superare il disagio, non potranno mai vivere una vita serena e piena di gratificazione.
Ma perché nonostante prove favorevoli di capacità non si riesce a vincere il senso di vergogna?
Alla base dell’ansia sociale, della timidezza e del senso di vergogna c’è sempre una eccessiva preoccupazione per il giudizio degli altri.
La vergogna è un avvertimento della infrazione di regole di condotta alle quali personalmente si crede e si aderisce.
La persona in questione è cosciente delle sue gaffe, e del non sentirsi all’ altezza; allora si mortifica, si sente indegno e si vergogna.
Fin dalla notte dei tempi, ogni gruppo sociale è stato disciplinato da determinati modelli positivi di comportamento. Il tessuto sociale tendeva a essere più coeso se orientato verso un sistema condiviso di valori.
La trasgressione e mancata adesione ai comportamenti del gruppo aveva come conseguenza un sentimento di disagio, un sentimento di vergogna, perdita di autostima, isolamento,sofferenza, oltre al biasimo sociale concreto e reale dell’intera comunità, fino ad arrivare, nei casi più gravi, all’emarginazione.
La vergogna sanzionava la mancata adesione a questi canoni con una punizione interna (la vergogna) ed esterna (la critica sociale e il giudizio sociale).
Nelle civiltà antiche c’era la figura dell’eroe, ossia un individuo stimato non solo per le sue gesta, le sue azioni e comportamenti, ma dall’ammirazione che suscitava e dal suo ruolo, in linea con quelle che erano le aspettative e i modelli della società. L’insieme delle prestazioni eccellenti di cui l’eroe era capace, costituivano l’eccellenza, il suo valore di vita morale improntata a nobiltà, capacità, successo e imponenza.
Dall’altra parte si stigmatizzava colui che infrangeva le aspettative sociali, come il ribelle, il diverso, l’individuo poco rispettoso delle leggi e regolamenti del gruppo. La pena era il disonore, la vergogna, la scomunica, la critica e l’emarginazione.
Fin dall’ infanzia l’ individuo veniva educato a preoccuparsi del suo buon nome,perchè il più grande bene era sentir parlare bene di sé, mentre il più grande male era la critica, la vigliaccheria e la trasgressione delle norme sociali.
L’onore era legato alla buona reputazione e alla fama dovuta al compimento di azioni pregevoli, con conseguente sentimento di percezione positiva di accettazione e autostima.
Al contrario la vergogna era il sentimento che si provava in presenza di giudizi negativi e rifiuto sociale.
La vergogna erompe anche nell’uomo moderno, ad ogni situazione sociale in cui ha la convinzione di non essere all’ altezza e di essere indegno.
Si manifesta con un senso di disagio interiore, con comportamenti di timidezza, rossore ed evitamenti.
Il rossore nasce quando una certa situazione fa venire fuori una parte di noi che rifiutiamo, una situazione che non possiamo accettare o che non meritiamo. La sensazione di vergogna che proviamo fa scattare il fuoco in faccia.
Facciamo un esempio: una ragazza carina o una persona auterevole che ci parla puó farci arrossire perchè temiamo che ci giudichi non all’altezza e che se si fida rimarranno delusi di noi.
Analizzando e discutendo contro queste convinzioni, ci accorgiamo che il problema è che proviamo un senso di indegnità. Portando alla coscienza il senso di inadeguatezza, possiamo modificare le convinzioni disfunzionali. Senza cercare di reprimere il nostro imbarazzo, ci serviamo di esso per capire la nostra vergogna, in questo modo il rossore non viene!!!
Sembra incredibile ma sconfiggere quel terribile rossore non è una cosa impossibile.
Come vincere la vergogna
Finora non hai vinto sulla vergogna perché non avevi alcun controllo su di essa. Eri inondato dalle sensazioni, dalle convinzioni distorte di insufficienza e dovevi subìre l’emotività. L’ unica cosa che rimaneva da fare era fuggire.
Ma il primo passo per risolvere un problema è riconoscerlo.
A livello psicologico, la vergogna trae origine da tre motivi:
-Eccessiva consapevolezza: sei troppo focalizzato su te stesso, e in particolare sui tuoi errori.
Suggerimento: anche gli altri sono focalizzati e preoccupati su loro stessi. Non sono focalizzati su di te!
– Eccessiva negatività: ossia pensi solo ai difetti e alle mancanze. Il pessimismo non è un balsamo per la timidezza.
– Eccessiva focalizzazione sui propri errori.
Esercizio: Chiudi gli occhi ed immagina di essere in una situazione di vergogna. Pensa poi ed affianca questo evento con un evento positivo dove ti sei sentita/o sicura /o. Ora rilassati e pensa alle sensazioni positive provate. Sostituisci le emozioni positive mentre pensi alla situazione che ti angustia.
Il problema non ha una soluzione facile, ma come sempre viene richiesta azione. Se non vuoi darti da fare, non puoi pretendere di superare i problemi.
- -Il segreto è di immaginarsi in situazioni “socialmente imbarazzanti” e immaginare la situazione che viene superata con successo. Ripeti più volte,l’esercizio, fino a quando il cervello capirà che sei in grado di affrontare positivamente quelle situazioni.
- -Crea appositamente situazioni estremamente imbarazzanti, ti serve per abituarti alla sensazione. Immagina di superarle e via via provare a mettere in pratica.
- -Un’ altra soluzione è quella di crearsi una motivazione superiore alla paura. Ad esempio, domandare un’informazione essenziale alla persona che ci incute timore, perché un nostro familiare sta male.
- Utilizzare le convinzioni potenzianti,ripetendosele più e più volte. per convincere la nostra parte inconscia che va sempre meglio.
- In linea di principio, cerca l’ interazione sociale.Trova un lavoro che ti mette a contatto con le altre persone.
- Con il tuo gruppo di amici vai a fare jogging in mutande sul lungo mare, o in qualche altro posto della tua città. Le cose imbarazzanti davanti a gente che non conosci diventano automaticamente non imbarazzanti, anzi diventano divertenti.
Cinque tecniche sicure per migliorare il proprio rapporto con la timidezza:
- Riconoscere il problema.
- Concentrati sui tuoi punti di forza. Forse ti concentri troppo sui tuoi difetti e non abbastanza sui tuoi pregi: fai una lista con cinque tuoi punti di forza. Questa ‘distrazione’ ti farà dimenticare almeno in parte del tuo problema.
- Concentrati sulle altre persone. Un’altra causa della timidezza è l’eccessiva concentrazione su sé stessi, che porta ad essere ultra-critici verso il proprio comportamento. Al contrario, impara ad osservare gli altri invece che te stesso. Guarda come si muovono, come interagiscono, stai attento ai loro errori e impara a come affrontano situazioni per te imbarazzanti. Per il principio espresso nel punto precedente, aumentare la focalizzazione sugli altri diminuirà l’attenzione su di te
- Impara ad essere più ottimista. Per eliminare il disagio, abbassa il tuo tasso di pessimismo.
- Cerca di stare con gli altri e a non isolarti.
- Impara a rilassarti. Mantenere basso il livello d’ansia quotidiano per affrontare meglio il disagio.
7. Correggi il tuo modo di pensare.
Prova a cambiare il dialogo interno spesso disfunzionale! Anziché pensare che “quello che dico sarà fuori luogo” ci si può convincere che “se dico quello che penso non necessariamente sarà un disastro. Forse qualcuno potrà non condividere il mio punto di vista, ma qualcun’altro potrà, invece, essere d’accordo!”.
Esercitarsi a riconoscere i propri modi sbagliati di ragionare e sostituirli con modalità più positive e funzionali costituisce un ottimo inizio per sentirsi meglio!
8. Quando si decide di affrontare una situazione è importante ripetere spesso l’esposizione e rimanere in quella condizione per un tempo sufficiente affinchè il disagio possa diminuire.
– L’ipnosi si rivela molto utile nel trattamento dell’ansia sociale: essa abbassa in tempi relativamente brevi la quota ansiosa, permette di rivedere le proprie convinzioni e modificarle altrettanto velocemente, e aiuta a sviluppare nuove competenze sociali e relazionali.
madonna troia dice
porco dio che bell’articolo
Dott. Mario Di Nunzio dice
Non c’è bisogno di bestemmiare.
Federico dice
Grazie a questo suo articolo sono riuscito ad inquadrare l’emozione che provo fin da bambino.ho sempre attribuito la “colpa”agli altri,vedendoli come inquisitori,con conseguente rabbia repressa e ansia …finalmente capisco di avere in mano io il gioco.sara’ lunga ma sapere di essere io a poter gestire la vergogna mi fa sentire molto meno impotente davanti a situazioni quotidiane.grazie infinite.
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Federerico,
soffri della paura del giudizio. Attribuisci i tuoi problemi di inibizione agli altri, in realtà siamo noi stessi ad avere
certi blocchi e pensieri negativi. Certo che si può gestire, diminuire o annullare la vergogna, ma tu da solo puoi fare poco.
Sei troppo dentro il tuo problema. Ci vuole un aiuto esterno.
Un cordiale saluto
Dott. M. Di Nunzio
Marco dice
Buongiorno dottore,
Ho letto il suo articolo sulla vergogna e l’ho trovato estremamente interessante, perché sono riuscito a mettere a fuoco uno stato emotivo che mi capita di provare periodicamente e che in qualche modo mi condiziona nella quotidianità e nella relazione con le altre persone. Lo considero come una presa di coscienza di un problema che ho e che voglio imparare a superare. Fin da quandi ero ragazzo (oggi ho 47 anni) soffro periodicamente di alopecia areata, malattia autoimmune che indebolisce il bulbo pilifero con conseguente caduta dei capelli a ciocche. Quando andavo dal barbiere o se ne parlava in casa, sembrava che avessi una malattia infettiva simile alla rogna, da nascondere con i capelli e non mostrare per timore del giudizio degli altri o peggio di essere preso in giro. Ancora oggi, sebbene abbia piena consapevolezza di questa malattia, provo vergogna nel mostrare queste chiazze ed andare dal barbiere è un vero e proprio atto di coraggio, ancor di più se affollato.
Inutile dirle che quando mi compaiono queste chiazze, la mia vita ne risulta condizionata.
Voglio imparare a gestire la vergogna sia dovuta ai difetti fisici che agli errori che inevitabilmente si commettono a livello professionale, perché grazie al suo articolo ho realizzato anche in ambito lavorativo si vivono situazioni associabili a questa emozione.
Grazie,
Marco
Dott. Mario Di Nunzio dice
Buongiorno Marco, grazie per l’ apprezzamento del mio articolo sulla vergogna.
Si prova vergogna quando si pensa che non è accettabile come siamo. Il comando all’ interno della nostra mente è il seguente:
” Devi solo vergognarti di come sei! Non hai alcun diritto e nè puoi avanzare pretese! E’ solo colpa tua se sei in questo modo.Devi discolparti…”, ecc. ecc.
La vergogna è una sorta di auto condanna senza appello. Ma condanna per che cosa? Che mi mancano i capelli? Che la mia chioma non corrisponde
ai canoni della maggioranza delle persone? Perchè crediamo a questi cattivi comandi interni, senza considerare che la persona può essere giudicata
per tante altre cose? Poi questo giudizio così negativo te lo dai solo tu. Non penso che altri arrivano a dire: ” Siccome hai un’ alopecia e i tuoi capelli
sono a chiazze non ti ammettiamo fra di noi!”
Marco, devi rivedere il tuo concetto di vergogna e far basare la tua autostima anche in base ad altre qualità che tu hai.
Un cordiale saluto
Dott. M. Di Nunzio