Come profittare la gelosia
Un articolo di Norman M. Lobsenz condensato dal Dott. Mario Di Nunzio
E’ un sentimento ormai superato, sostengono i giovani. Ma la realtà sembra dimostrare il contrario.
La gelosia sta scomparendo. Così dicono color che propugnano rapporti più liberi tra i due sessi.
Anche se una volta la si poteva giustificare come effetto collaterale di una romantica passione, la gelosia, sostengono costoro, è orami superata, oggi che i rapporti sono meno possessivi e che esagerate pretese sono considerate fuori moda.
Ma le cose non stanno così. Secondo Robert Blood, un sociologo che si interessa di problemi familiari, “ il dilagare dei matrimoni ‘aperti’ ha fatto aumentare il numero delle persone tormentate dalla gelosia”.
Molti uomini e donne, che non avevano esitato a riconoscere al coniuge il diritto di avere rapporti sessuali con altri, sono stati turbato da inattese reazioni di gelosie. Di recente ho avuto modo di parlare della gelosia – non solo di quella sessuale, ma anche per la gelosia per il tempo trascorso con un altri, gli interessi, gli amici, la famiglia e il lavoro della persona amata – con decine di coppie sposate. Da principio molti hanno mostrato una certa riluttanza a parlarne,
come se il solo ammettere che la gelosia esiste potesse evocare questo pauroso fantasma. Alcuni invece hanno affermato che una dose “ragionevole” di gelosia è segno di amore.
“Rimarrei male se mio marito ogni tanto non si comportasse come un uomo geloso” ha detto un’ insegnante di 35 anni. “E’ un modo di far capire alla propria compagna che la si considera ancora capace di piacere ad altri. E’ cosa che aiuta il morale!”.
La parola chiave di questa affermazione, s’ intende, è “ comportarsi”. Fingersi gelosi delle attrattive sessuali del partner può essere innocuo e perfino stimolante, purchè tutti e due sappiano che si tratta di un gioco, e purchè nessuno dei due cerchi di provocare la gelosia.
La gelosia vera e propria è un’ altra cosa. Quasi tutte le coppie con le quali ho parlato erano rimaste costernate quando, pur essendo convinte che non si dovesse essere gelosi, avevano scoperto che di fatto lo erano. E ne provavano un senso di colpa e di vergogna.
Qualcuno, tuttavia, non accettava il concetto stereotipato di gelosia come reazione a un conflitto emotivo. “Cerco di esaminare i miei sentimenti realisticamente” mi ha detto una giovane donna
“ e qualche volta riesco a capire che cosa essi nascondono.”
Penso che sia sensato considerare la gelosia da questo nuovo punto di vista. “I sentimenti non possono mai essere classificati semplicemente come ‘buoni’ o ‘cattivi’ ” sostiene la psicologa Beatrice Harris. “ I sentimenti sono sintomi di reazioni complesse. Come il dolore segnala
l’ esistenza di un problema fisico spingendoci a fare qualcosa in merito, così la gelosia può avvertirci che abbiamo un problema emotivo irrisolto.” L’ esperienza di Linda , segretaria di 33 anni, ci servirà d’esempio. Linda cominciò a essere gelosa di Paul, il marito, avvocato, quando notò che questi parlava sempre più spesso di Kathy, una sua giovane collega. A Natale, durante una festicciola nello studio, Linda fece conoscenza di Kathy. “Non appena la vidi, mi resi conto che non era il tipo di donna che potesse piacere fisicamente a Paul” ha detto Linda. “Ma per tutta la serata parlarono e risero fra di loro.
“Tornati a casa, esplosi. Paul si scusò di avermi trascurata tutta la sera, ma non riusciva a capire perché me la prendessi tanto. “Kathy è intelligente e interessante, ma non penserai certo che ne sono innamorato!” “No!” risposi. “ E allora di che cosa sei gelosa?” Non seppi rispondere.”
Linda continuò a rimuginare quella domanda. Sforzandosi di trovare la causa della sua gelosia, scoprì di essere insicura di sé. “Avevo sempre temuto di non essere abbastanza intelligente e informata per interessare mio marito. E credo anche di non aver mai fatto molto per esserlo.”
A questo punto era in grado di agire. Per prima cosa, si iscrisse ad un corso di introduzione al diritto. “Il solo fatto di poter parlare con Paul usando il suo stesso linguaggio – di conoscere il suo lavoro – mi ha dato fiducia” ha detto Linda. Di conseguenza, trovò il coraggio di confidarsi con Paul, di parlargli del proprio senso di inferiorità e di chiedergli di aiutarlo a superarlo.
Se usata in modo negativo – per punire , per attirare le attenzioni, per giustificare il proprio vittimismo, per provocare liti – la gelosia non uscirà mai dagli schemi convenzionali chele abbiamo imposto e non farà che peggiorare le cose. Ma se viene usata per risolvere dei problemi può rivelarsi costruttiva.
Uno dei motivi per cui la gelosia fa tanto soffrire, rileva la psicoterapista Leah Schaefer, è l’ idea che non si possa fare niente per cambiare la situazione che la provoca. “Però ci si può chiedere: che cosa o di chi sono veramente geloso? Posso fare qualcosa per porvi rimedio?”
E’ un metodo valido. L’ho sperimentato io stesso ad una festa in casa di amici; mia moglie ( alla quale piace farsi ammirare) passò gran parte della serata in animata conversazione con un uomo molto attraente. Mi ha dato un senso di gelosia, moderato, ma innegabile.
Mi sono posto alcune domande. Per esempio:
‘Perché è così animata? Forse io non le parlo di cose che la interessano tanto.
Le voglio bene? Sì. ( Se non glie ne volessi, perché m’importerebbe di vederla animatamente con un altro?)
Dal momento che le voglio bene, perché non dovrebbe farmi piacere che si diverta?
Forse il fatto che parli mi fa pensare che stia combinando un appuntamento? Ovviamente no.
Una volta convinto che la conversazione di mia moglie con un altro non mi portava via niente –anzi, mi suggeriva un modo per migliorare i nostri rapporti – ho anche capito che non avevo motivo per essere geloso.
Molte coppie con le quali, ho parlato hanno sollevato un’ altra questione: la gelosia per il tempo che il coniuge dedica ad altro, come altre persone, interessi, hobby, ecc. Questo valeva soprattutto nel caso di coppie sposate da poco, alcune delle quali, a quanto pareva, considerava ogni momento passato dalla moglie – o dal marito – come un affronto. Un giovane marito giunse a mostrarsi geloso persino di un’ ora che la moglie non passava con lui. Era ingegnere e seguiva corsi di specializzazione che lo costringevano ad alcune ore di studio anche a casa, ma aveva organizzato le cose in modo da poter trascorrere con la moglie on’ ora ogni sera. “Una volta alla settimana” arrivò a calcolare “ mia moglie fa colazione con un suo vecchio amico. Quel giorno quindi lui sta con mia moglie tanto quanto me!”
Poco realistico? Certo, ma reale abbastanza per gli interessati. “Combattere questo tipo di gelosia,cronometro alla mano, non ha senso” dice un consulente matrimoniale. “Se la gelosia potesse spingere la gente ad esaminare le proprie idee su ciò che il matrimonio è ed esige e su quello che da esso ci si può realisticamente aspettare, molti luoghi comuni cadrebbero.”
Molti giovani sposi si mostrano gelosi persino dei propri figli. “Che razza di mostro devo essere” si domanda un neopapà “ se sono geloso delle premure che mia moglie prodiga al bambino?” – “Come è possibile che io mi senta offesa se nostra figlia corre sempre dal padre invece che da me?” si domanda una giovane madre.
Questo tipo di reazione però è del tutto naturale e potrebbe essere chiamato ‘gelosia esistenziale’, una sensazione cioè che semplicemente esiste e che non si arrende né alla ragione né al buon senso e neppure alla vergogna. Per fare di questa gelosia una forza positiva che aiuti a maturare, bisogna capire ciò che essa rappresenta.
“Ogni volta che passiamo da una fase importante della vita a un’ altra abbiamo la sensazione di perdere qualcosa” dice Sanford Sherman , psicologo. “Il matrimonio comporta una certa perdita di libertà. Siamo sempre ‘gelosi’ di ciò a cui dobbiamo rinunciare nelle fasi cruciali della nostra maturazione. Se non capiamo questo, una simile gelosia diventa un ostacolo a tale maturazione.”
Come esempio di questo processo Sherman cita la gelosia del padre, specialmente, per il primo figlio. E’ comprensibile, spiega, che un uomo sia geloso di un bambino che, ai suoi occhi, prende il suo posto come oggetto principale dell’ affetto e delle premure della moglie. “Ma reprimere la gelosia non fa altro che radicarla ancora più profondamente mettendo il padre in puerile competizione con il figlio” sostiene Sherman. “Se il padre invece riesce ad ammettere con sé stesso di sentirsi nella condizione di chi è stato privato di qualcosa, incomincia a vedere nel figlio una persona che ha bisogno di lui, anziché un rivale, e a occuparsi del bambino insieme alla moglie. Così l’ equilibrio emozionale del matrimonio viene ristabilito e la gelosia si trasforma in uno strumento di maturazione.”
Quali che siano le sue manifestazioni, la gelosia ha le sue origini essenzialmente nell’ insicurezza, nella sfiducia in se stessi, nel complesso di inferiorità: tutte cose che gli psicoterapisti raggruppano sotto la voce “mediocre immagine di sé”.
Per esempio, ho chiesto agli uomini e alle donne con i quali ho avuto modo di parlare qual’ è la cosa che li rende più gelosi nei confronti del proprio partner. Solo alcuni hanno citato l’ infedeltà.
I più hanno prospettato situazioni che avrebbero ferito il loro amor proprio: se lui parlasse con vecchi amici di fatti che non conosco e che io mi sentissi esclusa…. Quando in una riunione di amici lei diventa il centro dell’attenzione e nessuno si occupa di me… .
Per combattere questo tipo di gelosia bisogna “guardare dentro di sé” dice Rollo May, “ e chiedersi: perché ho così poca fiducia in me stesso?
Può essere utile dare una risposta a questa domanda, ma per lo meno ci costringe a concentrare la nostra attenzione su un problema concreto”.
Troppo spesso lasciamo che la gelosia degeneri in complessi di colpa, vittimismo o incapacità di agire. Allora ci limitiamo ad autocommiserarci. La gelosia, invece, dovrebbe stimolarci ad agire in modo costrittivo: a individuare e analizzare le nostre esigenze affettive; a correggere le nostre manchevolezze; a impegnarci con maggiore partecipazione nel rapporto con il partner; persino a esprimere l’ inquietitudine che abbiamo dentro dicendo apertamente al compagno: “Ti voglio bene … ho paura di quel che sta succedendo e ho bisogno del tuo aiuto per riacquistare la tranquillità.”
La gelosia è un sentimento pieno di insidie , se ce ne lasciamo travolgere. Ma analizzata alla luce della ragione, può diventare un mezzo per migliorare noi stessi.
Condensato dal Dott. Mario Di Nunzio (by www.psicologodinunzio.com)
Liuly dice
Ho già mandato un commento. Dove è finito?
Era questo: perché non si parla mai del dramma di chi è vittima della gelosia folle e della mania di controllo di una moglie che accusa a torto amiche e colleghe di suo marito? Alla faccia dei diritti di libertà!!!
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Liuly, hai un bel nome. Originale.
La gelosia è un normale sentimento, esistente in ogni rapporto affettivo. A livello normale può essere accettata.
Quanto è esagerata e sproporzionata agli avvenimenti può rendere la vita difficile a tutti e pericolosa per la stabilità
della relazione. La gelosia può dipendere dal comportamento del / partner, ma molto spesso dipende dalla nostra autostima.
Il nostro passato, i sentimenti di rifiuto o di abbandono e l’ insicurezza che ne deriva,
può stimolare la nostra paura e renderci gelosi anche per un normale comportamento dell’ altro.
Liuly in questi casi di gelosia esagerata bisogna rivolgersi ad un terapeuta. La terapia aiuterà a capire il problema e
riportare serenità a tutti.
Un saluto.
Dott. M. Di Nunzio