Benefici della pratica di Mindfulness per i pazienti ossessivi
Innumerevoli ricerche e studi hanno accertato che i training e le tecniche basate sulla mindfulness possono essere un efficace e salutare intervento per i soggetti affetti da DOC.
Con l’ applicazione delle tecniche mindfulness i pazienti apprendono la capacità di vedere i pensieri come semplici fatti mentali, indipendentemente dal loro contenuto e imparano ad esporsi alle cognizioni intrusive sviluppando un modo nuovo di relazionarsi ad esse.
La mindfulness è uno stato mentale in cui gli individui prestano attenzione in un modo particolare al momento presente, intenzionalmente e in modo non giudicante.
E’ una pratica nella quale gli individui apprendono come dirigere l’ attenzione al respiro, al corpo,all’ ambiente esterno, nella dimensione ‘ qui e ora’.
Portando consapevolezza all’ esperienza attuale, la mindfulness può contrastare la tendenza dei pazienti ossessivi a rimuginare.
La pratica mindfulness permette di acquisire e sviluppare la capacità di riconoscere e accettare consapevolmente i pensieri e le emozioni indesiderati.
Incoraggia i pazienti a sospendere la ‘lotta’ con i loro pensieri ed emozioni e a rinunciare agli inutili e inefficaci metodi di fronteggiamento, che i pazienti mettono in atto per difendersi dal contenuto della loro minaccia interna.
Nel disturbo ossessivo si osserva che all’ aumentare della sintomatologia ossessiva, aumenta la tendenza a giudicare l’ esperienza interna.
La mindfulness insegna ad osservare l’ esperienza che si prova, senza fare auto-valutazioni.
Le cognizioni disturbanti del DOC, accompagnate da giudizi e valutazioni negative e disturbanti, sensazione che i propri sintomi sono eccessivi, inappropriati o irrealistici, rendono tale disturbo particolarmente adatto ai metodi basati sulla mindfulness.
Con la pratica di questa tecnica i sintomi diventano naturali soggetti di osservazione. Il paziente può iniziare a vederli con maggiore chiarezza e consapevolezza e a iniziare un processo di allontanamento e disidentificazione dagli stati interni.
-Ruminazione e mindfulness
Per gli individui affetti da DOC il rimuginare esprime un tentativo di passare da una sensazione di disagio o ansia a uno stato di controllo e calma, e da una sensazione elevata di responsabilità al sentirsi liberi da essa.
Diversi stati d’animo sono associati alla ruminazione e al pensiero ripetitivo: deflessione del tono dell’ umore, perfezionismo e senso di responsabilità esagerato.
Gli interventi basati sulla mindfulness sono una forma di addestramento mentale finalizzato a ridurre la fragilità e la sensibilità cognitiva.
Le tecniche mindfulness costituiscono un intervento anti-ruminativo, poiché addestrano i pazienti a favorire un’ allontanamento dell’ attenzione rivolta in maniera continua ai sintomi.
Durante gli esercizi di mindfulness i pazienti sono invitati a mantenere intenzionalmente la consapevolezza su un particolare oggetto dell’ attenzione, come le sensazioni fisiche provate durante il respiro.
Con la pratica Mindfulnes si dà istruzione ai pazienti di osservare il contenuto dei pensieri mentre compaiono e di lasciarli poi andare, ritornando all’esercizio di mindfulness che si sta svolgendo.
Questo aiuta a sviluppare una prospettiva decentrata e distaccata, in relazione a qualsiasi tipo di cognizione.
Gli interventi basati sulla mindfulness determinano un decremento nel rimuginare; tale diminuzione è associata anche ad una riduzione dei sintomi depressivi e ansiosi .
Per questo motivo i training di mindfulness possono essere un intervento efficace per prevenire o neutralizzare la tendenza a rimuginare,permettendo di stare a contatto con i pensieri intrusivi senza reagire ad essi in maniera disfunzionale e controproducente.
Senso di responsabilità ipertrofico e Mindfulness
I soggetti sofferenti di DOC presentano un senso di responsabilità esagerato ed estremizzato.
La mindfulness-based therapy provvede a dare ai pazienti che soffrono di problemi ossessivi un significato più funzionale e realistico del senso di responsabilità, così gravemente distorto in queste persone.
Bias attentivi e mindfulness
I pazienti ossessivi mostrano verso una specifica minaccia un’ attenzione accentuata ed esagerata.
In loro si realizza una generale incapacità ad inibire certi pensieri, come pure una incapacità a distrarsi dagli stimoli minacciosi.
A causa di queste inabilità i pazienti non riescono a prestare attenzione ad altri stimoli che disconfermerebbero le loro paure.
Le persone con DOC hanno una carenza nella capacità di spostamento dell’ attenzione verso stimoli neutri e meno minacciosi.
Queste persone presentano una insufficienza nella capacità di scelta di pensieri meno pericolosi e scarsità nelle abilità di spostamento.
La pratica mindfulness produce il beneficio di un miglioramento sia dell’ attenzione selettiva che dello spostamento attentivo.
Questo tipo di addestramento può determinare significativi cambiamenti cognitivi, in particolare quelli associati a stati di allerta, l’ orientamento, l’ attenzione e lo spostamento attentivo.
Fusione pensiero-azione
Il fenomeno fusione-azione è un’ operazione della mente, riscontrato nel DOC, consistente in una confusione tra pensiero e azione.
L’ individuo crede che avere un pensiero indesiderato, riguardante un possibile danno, il solo pensarci fa aumentare il rischio che tale danno accada realmente (pregiudizio di probabilità).
Questo fenomeno fa credere alla persona, che avere un pensiero intrusivo indesiderato è moralmente equivalente a metterlo in atto (pregiudizio di moralità).
In queste condizioni è come se il soggetto dicesse:”Io sono questo pensiero.”, “questo pensiero è qualcosa di reale, quindi mi devo difendere”.
Nella pratica mindfulness i pensieri negativi vengono presi come stimoli cognitivi transitori, che compaiono nella mente in un particolare momento.
Semplici pensieri.
In questo modo questi pensieri non vengono personalizzati (io sono questi pensieri), non assumono un ruolo di ‘ dittatori’,per cui la persona è costretta a difendersi con rituali, iper-controlli, neutralizzazioni ed evitamenti.
La pratica di mindfulness addestra la persona ad identificarsi sempre meno con la propria esperienza interna, non importa quanto sconvolgente possa essere quel pensiero.
Le credenze vengono accettate come il normale comportamento della mente e non come qualcosa di minaccioso e tragico.
Attraverso la meditazione gli individui possono imparare a sviluppare un senso di imparzialità e serenità, senza essere assorbiti dallo stato mentale .
I training di mindfulness determinano un significativo cambiamento nella prospettiva di osservazione degli stati interni.
I pazienti possono distanziarsi, diventare osservatori non reattivi dei propri stati interni.
Con la mindfulness si ottengono benefici di tipo: decentramento, de-automatizzazione, distaccamento e non-attaccamento.
Accettazione e DOC
Uno dei problemi centrali nei pazienti ossessivi è l’impossibilità di accettazione del proprio disturbo.
Per queste persone è estremamente difficile, se non impossibile, accettare il loro problema.
Per questo gli individui affetti da DOC non riescono ad accettare pensieri intrusivi o ossessivi, per paura delle conseguenze, temute e immaginate. Loro si sentono in obbligo di prevenire un danno anche per via per via della presenza di sentimenti di colpa, vergogna, disgusto ecc.
L’accettazione è uno degli approcci basati sulla mindfulness e viene definito come “un processo continuo attraverso il quale la persona esce dalla prospettiva dell’ esigenza del cambiamento assoluto ed inizia ad accogliere i propri pensieri come eventi interni che non hanno bisogno di alcuna modifica”.
Attraverso l’ accettazione gli individui possono convivere con gli eventi mentali interni, mentre simultaneamente rinunciano a qualsiasi tentativo di evitare o modificare questi eventi.
Dubbio ossessivo e annullamento della dimensione percettiva
Le persone con DOC di autocontrollo (checkers) manifestano sfiducia nella loro memoria. Per questo sono portati a ripetere innumerevoli volte i loro controlli.
Questi deficit percettivi di memoria si riferiscono solo agli stimoli associati al DOC e alle situazioni soggettivamente minacciose.
Questo pregiudizio può essere concettualizzato come un auto annullamento della fiducia dell’ esperienza percepita dai sensi.
Non hanno più fiducia nel controllo fatto, per via dei dubbi patologici e sul timore delle conseguenze.
Questi pazienti esperiscono una significativa difficoltà nel ricordare volontariamente il gesto, a non fidarsi ad avallare il controllo fatto, a non credere di averlo fatto bene.
A causa di queste paure pensano di “non essere sicuri” rispetto all’ esperienza percettiva, attivando perciò il dubbio. Il grande timore e la loro grande paura è ciò che può accadere, la colpa e responsabilità della conseguenza catastrofica di quello che può succedere.
Un trattamento basato sulla mindfulness ha un’influenza significativa sulla capacità dei pazienti ossessivi di confermare in modo continuo il ricordo e la consapevolezza della loro esperienza percettiva.
La mindfulness diventa come un antidoto all’ attivazione dell’ ideazione ossessiva, poiché tramite essa i pazienti imparano a prevenire o neutralizzare i dubbi patologici.
Per tutte queste ragioni, per stabilizzare e normalizzare i propri stati mentali i pazienti possono trarre enorme beneficio da una pratica di mindfulness .
Gett dice
Complimenti, bellissimo articolo. Per renderlo semplice e pratico, un’esempio tipico di meditazione mindfulness è quello di sdraiarsi e portare l’attenzione al respiro, riportandolo li qualora i pensieri e i rumori distraessero. L’importante è che non ci si blocchi a giudicare quei pensieri e rumori. È corretto?
Dott. Mario Di Nunzio dice
Gett,grazie dell’ apprezzamento del’ articolo.
Brava, questo è il modo giusto per una esatta applicazione della meditazione Mindfulness.
Corretto,
Un cordiale saluto. Dott. M. Di Nunzio
Antonella dice
Salve Dottore, ho sofferto e spudoraticamente soffro ancora di ansia e di ossessioni aggressive, oggi riesco a gestirle e riesco a gestire anche l’ansia ci sono giorni in cui sto benissimo e quelle ossessioni sembrano così cretine che ci rido su, e giorni in cui penso a come sn stata mesi fa e mi prende l’angoscia. Secondo lei sono “guarita” o c’è qualcosa che non va ancora ? Non sento di soffrire di ansia generalizzata perche ci sono periodi in cui non so nemmeno cosa significa l ansia .. però quando ritorna sembra sempre la prima volta
Diamante dice
Dottore penso che volesse intendere che io negli anni ho inibito un aggressività come se intendesse ostilità per i miei genitori .. ma io non penso sia così !!
Dott. Mario Di Nunzio dice
No, Diamante, so bene che non c’è da inibire alcuna ostilità. Il DOC aggressivo si basa sulla paura, perchè l’ ansia fa vedere
le cose peggiori che possono accadere. Ma la realtà non è così. Noi non faremmo male a nessuno.
Un saluto cordiale.
Dott. M. di Nunzio
Diamante dice
Dottore , cosa significa “inibizione dell’aggressività”?! Soffro di doc aggressivo, e quando sono stata in psicoterapia la psicologa usó questo termine che oggi mi frulla continuamente per la testa
Dott. Mario Di Nunzio dice
Diamante, inibire significa bloccare, fermare.
Bisogna vedere perchè la psicologa ha adoperato il termine “inibizione dell’ aggressività”. Cosa voleva intendere in quel momento?
Perchè ti spaventa?
Chi soffre di DOC aggressivo ha paura che se non tiene il controllo può venir fuori un impulso aggressivo. Allora fa di tutto
per inibire l’ aggressività. Questo è il DOC: paura delle estreme conseguenze. L’ ansia ci fa immaginare le conseguenze più brutte possibili.
Ma non è la realtà.
Con gli esercizi di mindfulness possiamo interrompere il continuo rimuginare, uscire da quella realtà virtuale in cui si immagina cose brutte e tornare al ‘qui e ora’. Alcuni esercizi si possono trovare anche in alcuni siti internet.
Un cordiale saluto.
Dott. M. Di Nunzio
Simona dice
Dottore 23, si ma forse è la mia mente “ossessiva” che mi fa fare un processo mentale dove vedo me essere arrabbiata con mia mamma per delle cose passate e quindi il doc si appoggia li. Appena iniziai a soffrirne il mio doc si appoggiava ad una litigata sciocca che io avevo avuto un paio di ore prima con mia mamma ,poi ho razionalizzato ed ora si appoggia a quegli eventi passati dove effettivamente io so di essere ancora arrabbiata (probabilmente) ma non ho mai pensato cose simili. Risiedo ad Arzano, provincia di Napoli
Dott. Mario Di Nunzio dice
Simona, detto in questa maniera, come lo hai descritto, sembra che il DOC sia una inevitabile conclusione obbligatoria.
Non è così. Ci vuole ben altro che una litigata e arrabbiatura per far nascere un DOC.
Chi è che non ha mai avuto arrabbiature e litigate con i propri genitori? Allora dovremmo essere tutti malati di disturbo ossessivo?
Non avere sensi di colpa. Rassicurati. Tu ti chiederai il perchè di questi pensieri ossessivi?
Bisogna rivolgere l’attenzione al tuo senso di fiducia e senso di insicurezza, come e perchè si è costruito.
Stile educativo e vicende del tuo passato.
Un cordiale saluto.
Dott. M. Di Nunzio
Simona dice
Anche perché in psicoterapia è uscito “fuori” che serbo rancore per mia mamma , perché quando ero piccola mi sono sentita spesso messa da parte rispetto a mia sorella più grande , anche se oggi so che mia mamma ci ama uguale ed io amo lei perché sono cresciuta e so che lo faceva perché lei vedeva mia sorella più fragile di me …!! Quindi oltre a quelle paure un sltra ossessione sono quegli episodi che mi sono ritornati in mente dopo che ho avuto quei pensieri perché ho voluto scavare dentro di me e questo non ha fatto altro che peggiorare le cose
Dott. Mario Di Nunzio dice
Buongiorno Simona. Quello che hai scoperto in psicoterapia non è una cosa eccezionale da giustificare
quello che soffri ora.
Tutti i bambini da piccoli soffrono se si sentono messi da parte. Sono gelosi, sono dispiaciuti e un po’ arrabbiati verso
la mamma e il papà. Non sono episodi tanto traumatici da provocare disturbi quando si è grandi. Specie poi
un Disturbo come un DOC. No, Simona, la psicoterapia non ha provocato danni di questo tipo. La terapia, però, non ha scalfito
altri motivi, come alcune credenze erronee, il senso di vergogna, sensi di colpa e una certa personalità ossessiva.
Questo tipo di personalità è responsabile di certi pensieri. Comunque la cosa ragionevole da fare è tornare
a fare dei colloqui con un terapeuta esperto e desensibilizzare questa problematica ossessiva.
A proposito, quanti anni hai? Dove risiedi?
Un cordiale saluto.
Dott. M. Di Nunzio
Simona dice
Salve Dottore, si sono andata in psicoterapia perché tempo fa mi spaventano al tal punto che avevo paura di restare anche da solo a casa con qualcuno della mia famiglia, oggi no.. questo riesco a farlo e quelle paure non sono forti come allora perché oggi so cos’è ..ma a volte sento la vergogna di guardare ad esempio mia mamma e sapere che io ho ed ho avuto quei pensieri su di lei !! E questo accade nei momenti in cui ci litigo che ho ancora più paura ..oppure quando penso a cose del passato e dico non è che penso ste cose perché sono arrabbiata con lei ?!?!
Simona dice
Salve Dottore. Anche io sono caduta nella trappola dei pensieri ossessivi … ma di quelli aggressivi ?. Ho la perenne paura di far del male ai miei cari, quando litigo con mia mamma anche per sciocchezze dico “oddio e se io la uccido”?! Chiaramente non lo farei mai .. anche se il doc mi fa credere il contrario. Se non capitano litigi p altro sto abbastanza bene anche se in testa mi formulo continuamente il pensiero “io voglio bene mia mamma” oppure “io non la uccideró mai” a volte mi sento di uscire ad impazzire. Ho fatto psicoterapia e credevo di esserne totalmente uscita …
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Simona, immagino lo spavento che provi di fronte a certi pensieri, Non è vero?
Forse già sai che certi ‘folletti della malvagità’ sono presenti in ogni persona. Certi pensieri passano nella mente di tutti,
ma non diamo loro importanza, oppure vengono scacciati subito. Ci sono persone che a causa di un periodo di stress, in quel momento non hanno una sicurezza tale
di fregarsene di certi pensieri, cominciano a spaventarsi e a dare loro credito. Insomma finiscono di credere che dentro di loro c’è qualcosa che
li può spingere a commettere certe azioni. Da quel momento cadono vittima del DOC, cominciano a combatterlo, a tentare di scacciare quei pensieri,
a temerli, e credere che c’è un pericolo dentro di loro. Da quel momento entrano in una bolgia da cui si esce con molta difficoltà.
Simona le ossessioni sono uno strano messaggio della mente che ci comunica che siamo persone insicure, con poca fiducia in noi stessi,
fragili, perfezionisti e dalla mentalità ‘Tutto o niente’, 0 – 100 ,ecc. Insomma con una personalità ossessiva.
Scusa la lunga spiegazione Simona. Però voglio dire che il fatto di avere nella mente certi pensieri,
non si arriva ai fatti, perchè il pensiero è solo pensiero. Non c’è motivazione.
Simona, per questo motivo hai fatto psicoterapia?
Un cordiale saluto.
Dott. M. Di Nunzio
Sara dice
Capisco Dottore, la ringrazio. Per quanto riguarda esami clinici , mi è stata diagnosticata una maloclussione dentale che mi porta a soffrire di cervicale e giramenti di testa dato che mi capita di stringere i denti e quindi mi causa dolori muscolari. Quindi non so se quella testa “strana” che a volte mi. Capita di percepire sia ansia o causata da cervicale … mi sento confusa e non so cosa pensare
Dott. Mario Di Nunzio dice
Sara, bisogna approfondire dal punto di vista medico specialistico. Solo risolvendo la mala occlusione dentale e cervicale si può arrivare
ad una diagnosi definitiva. Vedi un po’.
Un saluto.
Dott. M. Di Nunzio
Sara dice
Grazie dottore, quindi la Derealizzazione dipende da un attacco di panico? E poi può durare un anno?!
Dott. Mario Di Nunzio dice
Sara, i problemi possono durare per anni. Possono continuare fin quando non cambiano certi stati personali(acquisizione di maturità, crescita ed autonomia) , situazioni ambientali o trattamenti di psicoterapia.
Dott. M. Di Nunzio
Sara dice
salve Dottore , all’età di 17 anni ero in giro con una mia amica e all’improvviso venni colta da un giramento di testa , che mi è durato per tantissimi giorni insieme ad un senso di confusione mentale. Poi si è attenuato , anche se mi sentivo sempre “strana”, il mio dottore di base mi disse che era la cervicale dato che soffro di una maloclussione dentale e di bruxismo e mi venne detto che era la cervicale a portarmi questi pseudo giramenti di testa e di testa ovattata. L’altro giorno una mia amica mi raccontó un episodio di Derealizzazione e da lì mi partì un ansia esagerata perché penso che magari inconsapevolmente ho sofferto anche io di questo disturbo , e stesso ieri leggendo quelle sensazioni me le sento tutte da ieri sera. Penso di aver vissuto un paio di anni con questo disturbo senza nemmeno saperlo, però ricordo che spesso dicevo “mi sento un vegetale” mi sentivo e mi sento stamattina stordita, strana , e mi viene sempre da piangere. ho sempre pensato che fossero quei sintomi di una forte cervicale ( che comunque so per certo di avere ) ho tantissima paura di rivivere quei momenti e quegli episodi. Lei cosa crede?
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Sara, se hai fatto tutti gli accertamenti medici e questi sono risultati negativi, può trattarsi di
disturbo di panico. Tu stessa hai usato termini come: ‘derealizzazione’, ‘paura di rivivere quei sintomi’, ecc. che sono sintomi tipici degli attacchi di panico.
Comunque per una diagnosi corretta bisogna approfondire il tuo caso.
Un saluto cordiale.
Dott. M. Di Nunzio
Milena dice
Buongiorno dottore, sono Milena ed ho 22 anni. Un anno fa più o meno, ho iniziato a soffrire di pensieri aggressivi verso mia mamma, sono stata 7-8 mesi in cui questi pensieri mi lasciavano stare o almeno quando mi venivano non li calcolavo , poi succede che ieri , le dico una piccola bugia su un regalo che ho ricevuto ed ecco che : “gli hai detto la bugia perché la vuoi uccidere” e poi “e se non gli dici la verità e ti uccido”? ( quindi anche su me stessa a volte ci sono quei pensieri) ect ect .. ora pur di far stare zitte queste maledette voci volevo andare a dirle questa piccolissima verità che sono certa che quando gli andrò a dire mia madre mi dirà (sei una scema) ora la mia domanda è andare a dire a mia madre che quel regalo non l ho comprato io ma l ho ricevuto è una compulsione ? Perché io vorrei resistere a non dirle niente anche perché ripeto è una cosa innocua ..ma non le sopporto ste voci. Mi scuso se mi sono dilungata ..
Dott. Mario Di Nunzio dice
Ciao Milena, capisco cosa provi. Tu ora vorresti una rassicurazione da tua madre, anche per far tacere vergogna per certi pensieri
e senso di colpa. Ma mica è colpa tua? Certi pensieri brutti, a chi in un modo, a chi in un altro, passano nella mente di tante persone.
C’è chi riesce a liberarsene facilmente (perchè non danno loro importanza) e chi invece no e ne diventano succubi.
Per quale motivo alcuni non riescono? Ci sono momenti della vita in cui siamo più deboli, più fragili e insicuri. Se capitano certi pensieri
in queste fasi della vita, in momenti di stress o di ansie, non abbiamo sufficiente forza e capacità di rimanere indifferenti.
Milena, se cerchi rassicurazioni è difficile ottenerle da altri. Tutto questo è solo paura. Se non ce la fai da sola, cerca un aiuto.
Cordialmente.
Dott. M. Di Nunzio