Questa esposizione di André Maurois insegna come affrontare positivamente la vita, come salutare ogni nuovo giorno con un ‘Buongiorno giorno’, e come evitare lo scoraggiamento quando le cose non vanno come dovrebbero andare.
Mia moglie, i miei figli, i miei amici, mi dicono che sono un ottimista. Un ottimista esagerato, secondo loro, «Se tu cadessi in un burrone» mi dicono «penseresti che il fondo è imbottito e andresti giù tranquillo fino al momento di batterci sopra.»
Ammetto senz’altro di essere un ottimista; ma non credo, come il dottor Pangloss di Voltaire, che tutto vada per il meglio nel miglior dei modi possibili. Conosco gli orrori e le difficoltà della vita: ne ho avuto la mia parte. Ma mi rifiuto di considerare terribili le condizioni dell’ umanità.
Certo, noi giriamo vertiginosamente su una zolla di terra nell’ infinità dello spazio, e ne ignoriamo il perché ; certo, siamo destinati a morire. Per me, questo è un dato di fatto, una circostanza che va accettata coraggiosamente. Il problema è questo: cosa possiamo fare, cosa dobbiamo fare mentre siamo su questa terra?
Io sono ottimista nel senso che credo possibile migliorare la nostra vita e, in genere, la vita dell’umanità. Sono convinto che in questa direzione abbiamo fatto passi da gigante. L’ uomo ha soggiogato la natura in misura notevole. Il suo dominio sulla materia è molto maggiore di ieri.
Il pessimista ribatte: «Sì, ma queste invenzioni meravigliose servono soltanto alla guerra e l’ umanità è sulla via di annientarsi ». Non ritengo che ciò sia inevitabile. Tutto dipende da noi stessi e il mio ottimismo nasce, in gran parte, dalla mia fiducia nella natura umana. So che la natura ha pure la sua nobiltà.
La mia reazione istintiva di fronte ad una circostanza, è quella di cercare il buono che potrebbe esserci, e non il male che potrebbe venirne.
Supponiamo, per esempio, ch’io sia malato e costretto a letto per un mese. Il pessimista, penserebbe: « Che disastro!» Io sono più incline a pensare: « Che fortuna! Certo che è un guaio per il mio lavoro e forse sarà una cosa dolorosa: Ma 30 giorni di pace! Finalmente avrò tempo di pensare quanto mi pare e piace ».
Questa è la natura del mio ottimismo. Io credo che esso tragga origine da un’ infanzia felice. Ho avuto i genitori migliori che si possano avere: da ragazzo sono stato trattato con amore e giustizia; e ciò mi ha dato , in quei primi anni di formazione del carattere, una salda fiducia nella natura umana.
La scuola avrebbe potuto guastare la mia fede innocente, perché i bimbi sono portati anche troppo a darsi a vicenda un primo assaggio di cattiveria.Ma fu proprio a scuola che ebbi la fortuna di avere come insegnante di filosofia Alain, il migliore dei miei maestri. Anche a lui, come a me, qualcuno rimproverava la sua fiducia cieca.
Alain, ed io con lui, c’impegnammo ad essere ottimisti perché se non si adotta come regola di vita un indomito ottimismo, il pessimismo sarà giustificato.
La disperazione, crea la sventura e l’ insuccesso. Se sono convinto di dover cadere, cadrò. Se sono convinto di non poter fare nulla per il bene del mio Paese, non ci sarà nulla ch’ io possa fare. Nella comunità umana, faccio la pioggia e il bel tempo per prima cosa in me stesso. Il pessimismo è contagioso. Se ritengo il mio vicino disonesto, e gli dimostro la mia diffidenza, lo rendo diffidente e disonesto.
«Ma senti » dice il pessimista « credi veramente che questa tua fiducia nell’ umanità, nella vita, sia così saggia? Non ti ha procurato delle tremende delusioni? » Sì, confesso di avere avuto delle grandi delusioni. Specie in questi ultimi dieci anni, gli orrori del nazismo, l’esilio, la mia famiglia arrestata, la mia casa saccheggiata, l’ abbandono e il tradimento di certi amici, mi hanno fornito seri motivi per dubitare della perfezione di questo universo e della gente che lo abita.
Ma dopo tutto, ho sempre saputo che esiste gente malvagia; ho sempre saputo che in periodi calamitosi le folle possono instupidirsi e imbestialirsi.
Il mio ottimismo consisteva, e consiste tuttora, unicamente in questo: sono convinto che noi possiamo esercitare una certa influenza sugli avvenimenti e, se anche dobbiamo subìre la sventura, possiamo trionfarne con il nostro modo di sopportarla.
Voler bene alle persone buone che ho d’ intorno, evitare quelle malvagie, godere il bene, sopportare il male e ricordarsi di dimenticare: ecco il mio ottimismo. Mi ha aiutato a vivere.
Sei più forte di quello che pensi