Puoi vincere gli attacchi di panico se eviti questi errori
In questo articolo analizzeremo la colpevolezza dell’ansia nell’innesco degli attacchi di panico.
L’ansia è una risposta ad un segnale di pericolo. Si caratterizza con un’alterazione delle normali risposte fisiologiche, come aumento del battito cardiaco, dei movimenti respiratori, un incremento di sintomi neurovegetativi come sudorazione, bocca secca, vampate di calore, iperventilazione, etc.
Chi soffre di attacchi di panico si spaventa anche al minimo segnale di alterazione corporea ed entra in ansia.
I cambiamenti indotti dall’ ansia, in queste persone possono assumere timori o paura di qualcosa di indefinito, sensazione che ci sta per succedere qualcosa di negativo; stati di apprensione, preoccupazione e inquietudine perché pensa che si tratti l’inizio di un attacco.
Questa convinzione porta l’organismo a raccogliere le forze per fronteggiare, una minaccia, un pericolo e rispondere con l’attacco o la fuga.
L’ansia ha una funzione adattiva molto importante; quando non assume le caratteristiche patologiche ci consente di affrontare situazioni impegnative con un maggior grado di combattività.
In situazioni in cui sono richieste risultati importanti, ad esempio un esame, un colloquio di lavoro o una prestazione sportiva, moderati livelli di ansia garantiscono una performance più efficace rispetto a condizioni di ansia troppo limitata.
Nelle persone sofferenti di attacchi di panico le risposte fisiologiche di alterazione corporea, o una semplice ansia, vengono interpretati in maniera catastrofica.
Ad esempio una normale accelerazione del battito cardiaco può essere interpretata come un attacco di cuore. Tale interpretazione spaventa ancora di più la persona, con l’effetto di aumentare ulteriormente l’ansia e quindi i sintomi.
Molto spesso gli attacchi di panico sono l’esito di interpretazioni “catastrofiche” di normali reazioni corporee dovute all’ansia.
Chi teme gli attacchi di panico manifesta una maggiore “sensibilità” ai propri stati interni e ai segnali del corpo; tale attenzione porta ad un peggioramento della situazione, perché interpreta in modo catastrofico il significato dei sintomi corporei.
La costante attenzione focalizzata sui segnali provenienti dal proprio corpo e dall’ambiente circostante favorisce la paura di un imminente attacco di panico.
Il continuo monitoraggio sulle proprie sensazioni interne e lo stato di apprensione sul significato di imminente catastrofe aumenta il livello d’ansia, crea un circolo vizioso che si autoalimenta fino a livelli di elevata ansia e stato di panico.
In uno stato di simile inquietudine e agitazione è inevitabile la trepidazione che ‘sta per capitarci qualcosa di orribile’. Molto spesso al pronto soccorso confermano che è solo un attacco di panico.
In conclusione, si può affermare che negli attacchi di panico le reazioni fisiologiche prodotti dall’ansia vengono interpretati in maniera catastrofica, generando un allarme che costituisce il cuore della sintomatologia dell’attacco di panico.