Perchè mi ammalo di ossessioni ?
Ma perchè ci si ammala di ossessioni? Quale funzioni hanno le ossessioni? Come guarire dalle ossessioni?
Quale significato hanno all’ interno della politica difensiva della mente umana? Visto il grande disagio che apporta ad una persona e l’elevato grado di sofferenza, a cosa servono le ossessioni? Sono completamente inutili?
–La novità di questo articolo è l’ argomentazione dell’ utilità di un disturbo mentale, come le ossessioni, nella verifica delle capacità e del grado di sicurezza nella conquista della fase adulta.
Alla luce delle prossime considerazioni si potrà osservare che non vale la pena combattere frontalmente un DOC.
Un disturbo d’ansia, come le fobie e le ossessioni, nel processo di crescita possono rivelarsi come una verifica, una prova, un rito di iniziazione, una dimostrazione della capacità di affrontare il mondo e sapersi affermare nella vita.
–Una collettività mette alla prova un giovanetto che si affaccia alla vita. Nelle società primitive i giovani dovevano superare delle prove, prima di ottenere la legittimazione all’ autonomia e il distacco dalla fanciullezza.
Se manifestavano insicurezza, incapacità, inabilità e mancanza di affermatività, era rimandato, o negato, l’ingresso nel mondo degli adulti.
Nel processo di crescita ed autonomia di un figlio che desidera avviarsi verso la vita, il genitore interno (Super Io) vuole dimostrazione che suo figlio è capace di riuscire nel suo compito di persona adulta.
Il DOC può essere come una specie di rito di iniziazione? E’ quello che vedremo.
Il genitore interno, o Super Io, è un’ eredità dell’ Infanzia. Questa specie di giudice ha la parvenza dei genitori, dell’ insegnante, del gruppo dei pari o del mondo degli adulti.
Costoro sono come dei giudici, chiedono: “sei una persona capace di affrontare il mondo o sei insicuro?”.
Se scoprono debolezze o incapacità nella persona a farsi largo nella vita, immettono nella mente del fanciullo dubbi e insicurezze.
“Ricordati che devi superare dei test, senza mostrare alcun segno di insicurezza”.
Se c’è insicurezza, se ci sono tutte le condizione di una personalità insicura e ossessiva, si può sviluppare un disturbo ossessivo compulsivo.
Una specie di rito di iniziazione. Una specie di verifiche da superare, come le 12 fatiche di Ercole.
Per una persona le prove non sono 12, ma è qualcosa di ancora più astuto e infido: colpisce là dove si è più debole e nelle cose a cui si tiene di più.
Attraverso la modalità delle ossessioni, un DOC inizia ad infierire senza pietà.
Formula delle imputazioni: Se non hai risposte adeguate rimani nella palude dell’ ossessione.
-Hai mostrato dubbi e incertezze nella tua identità di genere?
Ecco che ti mette la paura di essere omosessuale o la paura di essere lesbica.
-Hai dubbi o difficoltà di distacco dalla tua famiglia d’origine? Il DOC viene a colpirti proprio su questo punto debole: mette dubbi sulla tua relazione affettiva.
–Hai dubbi e insicurezze sulla tua capacità genitoriale? Ecco che il giudice interno ti accusa nella maniera più sleale, spregevole e crudele: vuoi far male ai tuoi figli.
-Sei una persona religiosa e devota. Hai dubbi sulla tua devozione religiosa? Il giudice interno ti accusa, ti mette continuamente alla prova e addirittura ti mostra le cose più basse, abiette e ignobile che tu possa immaginare.
Sembra che ci sia una regola o un’ intimazione : “ Dimostrami che non è vero!”
-Ti piacciono i bambini? Se sei predisposto al DOC e hai una personalità ossessiva il giudice interno, o Super Io, osserva il tuo carattere insicuro, non è contento e ti accusa di avere tendenze pedofile!
“Ora dimostrami che non è vero!”
-Hai paura della contaminazione, del contagio, delle malattie, della sporcizia o dell’ AIDS? Manifesti queste insicurezze e questi tipi di dubbi?
Il genitore interno ricerca la sicurezza, la maturità , in maniera chiara, sicura e decisa, trovando nella persona insicurezza, comincia a tartassarlo con una moltitudine di dubbi e incertezze.
“Dimostrami che non è vero! A me non mi convinci!”
-Hai paura di dimenticare qualcosa? Porte, finestre, auto, gas, investimento di qualche pedone? A causa di queste dimenticanze può succedere qualcosa di pericoloso?
Il Super Io comincia strapazzare, a tormentare, ad opprimere con dubbi e immagini della cosa peggiore che possa accadere.
“Dimostrami che non è vero”!
Ma come faccio a dimostrartelo, mica esiste la certezza al 100 %?
“Allora niente. Non passi l’ esame”.
Per effetto dell’ansia si pensa alla conseguenza peggiore che possa accadere.
Allora scatta la difesa del DOC che nella sua oppressione ti dice:
“Fai qualcosa per guarire il tuo carattere insicuro e guarire dai traumi del tuo passato, altrimenti non superi l’esame. Voglio la dimostrazione che hai sicurezze e che sei in grado di avere accesso alla vita adulta”.
Ma come si può uscire dalla palude del DOC, dove più combatti e più sprofondi?
Un confronto diretto col DOC è inutile, perché si esce sempre sconfitti.
La richiesta del DOC, come abbiamo visto è sempre la seguente: “Convincimi !!”.
Richiede da te la sicurezza, ma ti colloca in una PALUDE DI DUBBI, INCERTEZZE E RICHIESTE ASSURDE O ACCUSE SQUALLIDE del tipo:” l’hai pensato, allora lo vuoi realmente !!.
Non si esce vittoriosi in un confronto diretto con un DOC.
Questa patologia nasce da un trauma. Il trauma si crea la prima volta che inizia nella nostra mente quel brutto pensiero, quel particolare dubbio. Ha una richiesta: di dimostrare di essere senza ansia e insicurezze: che siamo in grado di affrontare la vita.
Joseph LeDoux è un neuroscienziato statunitense.
Nel suo libro:“Il cervello emotivo. Alle origini delle emozioni” ha fatto conoscere la modalità di come hanno origine le emozioni all’ interno del cervello.
Ha riferito un evento che fa riflettere.
Ammettiamo di attraversare un sentiero di campagna. Stiamo bene. E’ una bella giornata, stiamo godendo il contatto con la natura.
All’ improvviso con la coda dell’ occhio scorgiamo vicino ai nostri piedi qualcosa che striscia. Un serpente.
Percepiamo un pericolo. In un battibaleno, come una frusta, scatta dentro di noi un segnale di pericolo: il cuore comincia a battere furiosamente, il respiro diventa affannoso, la testa comincia a martellarci, il viso diventa bianco come un lenzuolo, i muscoli si irrigidiscono, siamo tesi come una molla, pronti a fuggire. Siamo nel panico, incapaci di ragionare e preda delle reazioni più istintive.
Solo dopo un po’ di tempo, se non ci siamo dileguati, possiamo renderci conto che non c’era pericolo: era solo un innocua biscia, che è fuggita più veloce di noi.
LeDoux ha riferito questo avvenimento informando che la reazione fisiologica d’allarme scatta prima della riflessione.
La risposta emotiva è più istintiva perché deve fronteggiare un grave pericolo, quindi non c’è tempo di riflettere e ragionare.
La stessa reazione torna a ripetersi ogni qualvolta c’è qualcosa che può ricordare quel pericolo. Ad esempio: torniamo a spaventarci, anche se quella cosa nera in mezzo all’ erba è solo una camera d’aria di una bicicletta.
Serve poco rassicurarci o rimproverarci per quella esagerata reazione, serve poco il ragionamento.
La nostra mente è programmata a reagire istantaneamente di fronte ad un pericolo.
Il nostro cervello è molto sensibile alla presenza fisiologica di allarme nel nostro corpo e reagisce di conseguenza: aumentando ulteriormente l’ ansia, la paura o l’ aumento dell’ attenzione.
Un DOC crea immagini e pensieri che preoccupano e fanno paura. La reazione emotiva si manifesta con uno stato di tensione nel corpo. Il cervello percepisce la tensione e invalida il ragionamento.
L’ansia ha molte facce. L’ansia di tipo fobico porta a evitare le situazioni ritenute paurose.
Se l’ansioso fobico evita, l’ansioso ossessivo affronta ciò che lo preoccupa.
Non è una cosa negativa, ma lo fa in modo improduttivo o controproducente.
Attraverso rimuginazioni mentali o rituali compulsivi, cerca di tenere a bada l’ansia e a controllarla.
Si può osservare che l’ipocondriaco non finisce mai di ascoltare il proprio corpo. La bulimica è ossessionata dalle idee del cibo, dal peso e dai sensi di colpa.
Chi teme la contaminazione persevera per lungo tempo nei rituali di pulizia.
La persona non ansiosa si rifiuta di lasciarsi accalappiare nelle spirali del pensiero ripetitivo, incalzato dalla preoccupazione.
L’idea di comprendere lo scopo difensivo del doc è utile per non farsi dominare, e a sottolineare che anche l’ansioso può decidere di smettere di preoccuparsi.
Purtroppo l’ossessività porta con sé la convinzione di “dover cacciare via il DOC ”, cosa che può rendere difficile decidere di comprenderlo .
Questa difficoltà aumenta negli individui con tendenza ad assumere come fonte autorevole d’informazione le proprie convinzioni e le paure.
In parole povere, la persona che si fida “troppo” delle emozioni tende a pensare: “Se mi crea tanto disagio, se mi fa così paura e sono in ansia, il pericolo che avverto deve essere qualcosa di reale”.
Il concetto di base è affect as information, le emozioni come informazioni.
Diverse ricerche hanno esaminato quest’idea. E’ stato scoperto che per i pazienti ossessivi arrivano a pensare che le convinzioni, quello che passa per la mente sono anche motivazioni, delle spinte a compiere certe cose.
Invece i timori, le preoccupazioni sono pensieri, non motivazioni o spinte a compiere qualcosa.
La persona in preda all’ansia ha difficoltà a comprendere che più si sforza e più si avvita nella spirale discendente che lo trascina verso il basso.
L’ansioso-ossessivo parte dal presupposto (sbagliato) che più pensa, più probabilità avrà di arrivare a soluzione.
Invece è vero proprio il contrario: è il pensiero stesso, intensificato all’estremo, la natura del suo problema.
Perciò ne uscirà quando avrà imparato a pensare di meno, a distrarsi, a concentrarsi ad altre cose. Ad esempio, a rivolgere l’ attenzione al proprio corpo e ad osservare in maniera a-critica le parti in tensione.
Gli ostacoli alla guarigione da un disturbo ossessivo dipende dal fatto che le tecniche terapeutiche finora hanno lavorato a livello di emisfero sinistro, terapia del linguaggio e si è data data poca importanza a comprendere l’emotività, le sensazioni e ciò che si percepisce sul corpo.
Questa assenza di considerazione ha lasciato intatto un segnale d’allarme vivo sul corpo, sotto forma di tensione muscolare, tensione e bruciore allo stomaco, tensione alle spalle, alla nuca, alla schiena, rossori, movimenti iniziati e non portati a termine, instabilità, postura, espressione del viso, ecc.
Anche se si è fatta una buona terapia cognitiva-comportamentale, o terapie di altro tipo , in modalità Top -down (dall’ alto in basso), queste terapie non hanno convinto totalmente il cervello, perchè le parole non arrivano nella parte emotiva dove è memorizzata l’ informazione disfunzionale. Per questo motivo non si spegne l’ansia.
Una rivoluzione terapeutica nel campo della terapia del disturbo ossessivo compulsivo è la Terapia della Coerenza ed esercizi di terapia sensomotoria che lavorano dal corpo alla mente ( dal basso in alto, Bottom-up).
Un aiuto notevole sono apportate anche delle tecniche Mindfulness. Queste hanno l’ effetto rubare l’ attenzione alla sintomatologia ossessiva e riportare alla consapevolezza ‘del quì e ora’.
Queste forme di psicoterapia aiutano la crescita e il distacco dal passato. Queste possono risultare molto efficaci alla persona ansiosa, fobica o al paziente ossessivo l’ ingresso ad una vita migliore.
Ashley dice
Salve dottore
Sto affrontando da poco tempo alcuni pensieri ossessivi molto generici.
In particolar modo mi allarmo molto quando senza spiegazione si intrufolano nella mia mente dopo lunghi periodi di distrazione e nella mia testa l ansia aumenta in quanto mi autoconvinto che sia irreversibile come meccanismo. Vorrei capire in che modo potrei allentare lo stato di tensione che percepisce il mio corpo quando arrivano ( qualche tecnica di rilassamento) in quanto riconosco la loro natura prettamente irrazionale e fasulla ( non li.combatto ma li lascio passare) ma non so come.convincere il mio cervello che non sia una minaccia.
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Ashley, purtroppo quando si ha un Doc c’è poco da rilassarsi.
Non serve neanche cercare di fare opera di auto convincimento. Non funziona perchè sono automatismi, dovuti
a fenomeni di memorizzazioni di eventi per effetto del condizionamento classico (vedi spiegazione nel mio articolo sulla Terapia della coerenza).
Fai bene a non combatterli e a lasciarli passare.
Un saluto.
Dott. M. Di Nunzio
Luca dice
Buonasera dottore, ho 41 anni e dopo un intensissimo periodo di stress sono ricaduto nelle ossessioni. Stavo bene da sette anni. Queste ossessioni mettono in dubbio il fatto che io oossa aggredire sessualmente qualcuno. Faccio in continuo dei pensieri in cui, in prima persona, mi accuso di essere cose bruttissime, come un violentatore o un pedofilo. Naturalmente sono le cose che più odio e che mai farei. Tutto è iniziato perchè ero stressatissimo per il mio lavoro autonomo e dopo le ferie le ossessioni sono ripartite il primo giorno di lavoro. Siccome non vivo ancora con la mia compagna, mi attaccano sulla sessualità. Le chiedo come mai, essendo all’ennesima ricaduta in vita mia, non basti non contrastare tali pensieri assurdi. Ammetto che il pensiero “Sono un violentatore o sono un pidofilo” mi faccia paura. Come dovrei agire? Grazie.
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Luca, la cosa che posso dirti è di chiedere un aiuto professionale. Questo non perchè sei pericoloso ( Il violentatore e il pedofilo vero
non prova ansia, sensi di colpa o paura).
Per evitare di soffrire ancora è meglio farsi aiutare da un professionista capace. Uno che non ti mette altre paure, non giudica e non
critica.
Un cordiale saluto.
M. Di Nunzio
Arya dice
Ciao penso di soffrire di Doc da relazione… In passato ho sofferto di tantissime forme di doc anche se più brevi e meno intense..
Questa sembra la più brutta in assoluto perché lui fino a 2 mesi fa era la cosa più importante della mia vita… Ma lo è ancora solo che è soffocato dalla mie ossessioni.
Ho passato tutte le ossessioni nel doc da relazione tranne ad arrivare a una, lui ha un migliore amico da quando è piccolo appena l ho conosciuto è diventato anche il mio tengo a lui come un fratello… Esteticamente è molto bello..e in questo giorni che siamo andati a trovarlo è scattato in me la domanda se lo trovi bello allora significa che ti piace… La immagine di lui nella mia testa non se ne va più, mi è aumentata la depressione e nella mia testa non accetto assolutamente questo tipo di pensiero.. Ma è sempre lì.. Sembra sempre che io sia attratta… Mi ha anche rovinato l’amicizia con lui perché non voglio vederlo perché mi provoca dolore questa ossessione e poi voglio stare con il mio ragazzo.. Ma questa ossessione non mi fa vivere più in tutti i sensi… Fa parte del doc? O sta succedendo qualcosa? Io so solo che vorrei strapparmi via dalla testa questo pensiero.. Ma se lo stessi facendo solo perché non voglio accettare la realtà?
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Arya, stai soffrendo terribilmente per questi pensieri, vero?
Hai scritto che in passato hai sofferto tantissime forme di Doc. Poi le hai superate.
Hai fatto qualcosa o sono andate via da sole? Ora sai bene che più ti agiti e più quei pensieri si rafforzano.
E’ inutile ingaggiare una lotta con loro.
Però è importante anche quello che hai scritto alla fine:
“Ma se lo stessi facendo solo perché non voglio accettare la realtà?”
L’unica a saperlo sei tu.
Ti puoi aiutare ponendoti questa domanda: ” Se non avessi il Doc come andrebbe il rapporto con il mio ragazzo?
E’ lui o starei ancora cercando?”
Ti saluto
Dott. M. Di Nunzio
Antonietta dice
Salve, sono la madre di un’adolescente che è affetta da Doc. Sta andando da uno specialista. La sua paura è quella di farmi del male o essere una persona cattiva. Io vorrei sapere come posso aiutarla a superare queste sue paure, a parte farla andare da uno specialista. Grazie
Dott. Mario Di Nunzio dice
Buongiorno sig.ra Antonietta,
questi tipi di pensieri sono molto frequenti in persone che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo (Doc).
Il Doc è solo un falso allarme, non c’è alcun pericolo. Solo che è fonte di grande sofferenza nella persona che ne soffre.
Speriamo che il collega sia veramente specialista nel disturbo ossessivo.
Voi genitori non potete fare nulla. Il lavoro deve farlo solo Vs. figlia. Se ha delle richieste assurde non sottostate a tali richieste.
Un cordiale saluto.
Dott. M. Di Nunzio
Andrea dice
BuonAsera Dottore , io soffro da un paio di anni di ossessioni a sfondo aggressivo , per fortuna ci sono delle fasi in cui sto benissimo e sorrido pensando ai momenti in cui quelle ossessioni sembrano così reali. Ma come le dicevo io soffro di ossessioni aggressive , ho paura di far del male , a volte le mie ossessioni si attaccano a dei rancori stupidi che ho verso mia mamma, e altre volte mi capita che se litigo con qualcuno della mia famiglia ho paura che se dico una cosa brutta nel litigio possono loro far del male a me. Nel senso : litigo con mio fratello , dopo un secondo parte il pensiero : oddio e se ora mi fa del male ?!?! Anche se razionalmente so che mio fratello nemmeno lo pensa.. ma è come se dato che io penso a quelle cose brutte ho paura che le pensino tutti …
Dott. Mario Di Nunzio dice
Buongiorno Andrea, scusa il ritardo della risposta.
Le ossessioni sono causa di molta sofferenza, perchè colpiscono e si accaniscono proprio nelle cose a cui teniamo di più e siamo
più fragili. Una ossessione inizia durante o dopo un periodo di stress, oppure quando si entra in una nuova fase della vita.
Si radica e comincia a colpire in maniera crudele, facendoci credere che tutto quello che ci passa per la mente è vero: che siamo noi stessi
a volere quelle cattiverie.
Però sono semplicemente brutti pensieri. Pensieri che passano nella mente di tante persone.
Quando stiamo bene, non diamo loro retta e non crediamo a loro, dopo un po’di tempo vanno via senza creare danno.
Se ci crediamo, cominciamo a difenderci e cominciamo ad ingaggiare una battaglia frontale, il DOC ci fa guerra e vince sempre.
Come scritto nell’ articolo, un disturbo mentale ha la sua funzione. Ci ricorda che abbiamo delle aree di fragilità nel nostro carattere.
Per questo bisogna fare qualcosa.
Un cordiale saluto.
Dott. M. di Nunzio
Benedetta dice
Salve, soffro di doc aggressivo dopo essermi sognata che facevo male mia madre. Quella mattina mi svegliai dicendo “era solo un sogno” nei giorni seguenti quel pensiero è diventato un tarlo e non so più come uscirne. Mi sono autoconvinta che se l ho sognato è perché forse davvero lo voglio ? Anche se razionalmente so che non è così !!
Dott. Mario Di Nunzio dice
Salve Benedetta,
Capisco quello che sta provando. Purtroppo se ci sono le condizioni (tipo di personalità insicura e periodo di stress),
un DOC può iniziare anche in seguito ad un sogno. Questo non significa che vuole fare male a qualcuno, semplicemente ha paura, si vergogna e si sente colpevole di quello che è passato in mente.
Benedetta, certi pensieri brutti, chi in modo chi in un altro, passano nella mente di tutti. Semplicemente non gli diamo retta e non gli diamo credito.
Se ci troviamo in un momento particolare della vita, questi pensieri si intrufolano nella mente e gli diamo credito.
In quel momento inizia il DOC.
Benedetta, ha fatto qualcosa? Ha contattato qualche specialista?
Dove risiede?
La saluto cordialmente.
Dott. M. Di Nunzio